Nucleare, scienziati a confronto: “60 testate Usa in Italia”

60 testate Usa in Italia

 

ROMA. – “Tutto il mondo guarda con preoccupazione alla Corea del Nord, ma in Italia pochi sanno che c’è un nucleare molto più vicino, quello dei circa 60 ordigni atomici presenti nelle basi di Ghedi e di Aviano”. Il tema del nucleare è stato al centro del convegno ‘International security in the Trump era’ che ha riunito – dal 21 al 23 settembre scorsi a Castiglioncello, nel comune di Rosignano Marittimo in Toscana – scienziati, esperti e non solo.

Le “bombe atomiche Usa in Italia” sono, “vere, collaudate, micidiali, molte volte più potenti di quelle che distrussero Hiroshima”, hanno sottolineato gli scienziati. Ma in “Europa l’Italia non è l’unico Paese ospite: ci sono armi nucleari Usa in Germania, Belgio, Olanda e Turchia per un totale di circa 150 testate” e a queste si “aggiungono le oltre 500 negli arsenali nazionali di Gran Bretagna e Francia”.

Il simposio sul disarmo si tiene ogni due anni dal 1985, ed è organizzato dall’Unione degli Scienziati Per Il Disarmo onlus e dalle Pugwash Conferences on Science and World Affairs in collaborazione con il Comune di Rosignano Marittimo e con il supporto di vari organismi scientifici. Tra i presenti anche il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova e Massimo Artini, vicepresidente della Commissione Difesa della Camera.

Nel corso del convegno si è sottolineata l’importanza dell’informazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, ma si è anche parlato di come il processo del disarmo nucleare, portato avanti nei decenni seguiti alla dissoluzione dell’Urss, si sia praticamente fermato, mentre nuovi rischi sorgono a seguito dei programmi nordcoreani e dell’indebolimento del Trattato di non Proliferazione Nucleare.

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