G7: fronte comune su innovazione, priorità il lavoro

G7 alla Reggia Venaria
G7 alla Reggia Venaria

 

 

VENARIA (TORINO). – Il G7 dell’Industria traccia le linee guida per affrontare tutti insieme i cambiamenti dettati dall’innovazione tecnologica, soprattutto per quanto riguarda le implicazioni etiche ma anche quelle sul lavoro e sul welfare. Un processo che è solo all’inizio e che proseguirà sotto la presidenza canadese dopo il lavoro svolto prima dal Giappone e ora dall’Italia con il summit di Venaria.

“E’ stato un lavoro corale, resta ancora molto da scrivere ma abbiamo fatto un passo avanti. È un capitolo che abbiamo scritto tutti insieme”, sottolinea il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda nel riassumere i risultati raggiunti nel vertice che si è concentrato su pmi, intelligenza artificiale e cybersecurity.

Nella sostanza bisogna “monitorare quello che accade e stabilire i principi fondamentali che l’innovazione tecnologica deve rispettare, non per incardinarla in un sistema asfittico di regole ma per renderla accettabile”, spiega Calenda nell’evidenziare che “l’innovazione presenta rischi per il lavoro, ma può portare” a esso “anche benefici perché toglie fatica fisica”.

Un tema, quello sul lavoro, molto dibattuto nella due giorni del vertici tanto che, nella conferenza finale, il segretario di stato francese per la digitalizzazione, Mounir Mahjoubi ricorda che bisogna “stare in allerta” ed essere pronti ad affrontare il tema delle ricadute occupazionali che inevitabilmente l’avvento della rivoluzione tecnologica porta.

Un processo che l’Italia – spiega Calenda – sta cercando di governare attraverso strumenti come il credito d’imposta per la formazione, così da adeguare le professionalità al cambiamento, e con misure pensate per i giovani che saranno, anche “al centro della prossima legge di bilancio”.

“Inclusione, apertura e sicurezza”, sono infine tre “politiche chiave” indicate nella dichiarazione finale. L’idea comune è che la trasformazione a cui si sta assistendo “ha il potenziale per effetti duraturi sulla produttività, sull’occupazione, sulle competenze, sula crescita economica, il commercio, il benessere e l’ambiente”.

E dunque “porta opportunità e sfide per le nostre economie e società”. Tra queste, sottolinea il rappresentante americano Michael Ktatsios, deputy Us Chief Tecnology Officer, c’è il libero flusso delle informazioni transfrontaliere e l’incentivazione della tecnologia digitale per renderla alla portata di tutte le imprese.

(di Fabio Perego e Amalia Angotti/ANSA)

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