Legge elettorale: Fi ci crede, primi dubbi tra i Dem

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ROMA. – Forza Italia crede nel nuovo modello elettorale, il Rosatellum 2.0, nonostante i malumori di diversi deputati emersi alla riunione di martedì. I due capigruppo, Renato Brunetta e Paolo Romani si fanno portavoce di questa convinzione, mentre gli sherpa lavorano a piccole modifiche – da concordare con Pd e gli altri partiti che sostengono l’accordo – per convincere i riottosi.

Il giorno dopo l’approvazione del testo base in Commissione emergono invece i dubbi in casa Dem, specie nei parlamentari di alcune Regioni o di alcune correnti interne. La prima verifica ci sarà venerdì, quando scade il termine per presentare gli emendamenti.

Romani ha definito “una ragionevole mediazione” il mix del Rosatellum 2.0, che prevede un terzo di seggi in collegi maggioritari e due terzi in listini proporzionali. Brunetta si sbilancia e prevede l’approvazione alla Camera il 15 ottobre (il testo arriva in Aula il 10) e il s’ definitivo entro novembre. Lo stesso Brunetta e gli sherpa “azzurri” (Francesco Paolo Sisto e Roberto Occhiuto) hanno conferito con molti colleghi del gruppo.

Si lavora a piccoli interventi sul testo che potrebbero tranquillizzare i dubbiosi. Per esempio diminuendo il numero dei collegi plurinominali a 60, in modo che tutti i capilista sarebbero sicuri di essere eletti; cosa che non si verificherebbe se il loro numero si aggirasse intorno agli 80.

Dubbi sono invece sulla bocca di diversi deputati del Pd. I Dem, infatti, in regioni come Veneto e Lombardia, eleggerebbero meno deputati con il Rosatellum che con l’Italicum (nelle regioni “rosse” è l’inverso). Nasi arricciati anche tra i deputati di correnti che “pesano” di meno nel partito: temono di essere relegati in collegi uninominali difficili, o in posizioni di rincalzo nei listini bloccati.

Alcuni di essi, eletti in regioni del Sud (come anche molti di Fi), preferirebbero le preferenze dell’Italicum: “almeno ce la giochiamo”, spiega uno di essi. In più il partito è indietro nella costruzione di una coalizione, anche se il capogruppo Ettore Rosato dice che ne nascerà una con alleati al centro e a sinistra; su questo il centrodestra è più avanti.

Ottimista però il renziano Andrea Marcucci: “penso che il Rosatellum 2.0 possa farcela”. Tra i contrari M5s e Mdp confermano la totale ostilità al testo. Tuttavia Alfredo D’Attorre preannuncia non un ostruzionismo a suo di “valanghe” di emendamenti, ma proposte di modifica di merito, per cercare di attrarre i deputati di Pd e Fi e spezzare la blindatura del testo da parte dei vertici.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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