Google cambia il servizio di Shopping, accolte le richieste dell’Ue

Google cambia servizio Shopping, accolte richieste Ue
Google cambia servizio Shopping, accolte richieste Ue

 

BRUXELLES. – Google prova ad andare incontro alle richieste della Commissione europea e cambia faccia al suo servizio di Shopping. Ma solo in Europa, perché è qui che si è beccata la multa per aver abusato della sua posizione dominante. Oltre all’ammenda record da 2,42 miliardi di euro, a giugno scorso l’antitrust le aveva infatti anche imposto di cambiare entro tre mesi il modello incriminato, che dava a Google Shopping molta più visibilità, e quindi potere, sui suoi concorrenti, cioè gli altri servizi di comparazione dei prezzi.

Adesso, tutti saranno trattati allo stesso modo. Il “trattamento equo” dei competitor è quanto chiedeva la Commissione europea. E l’azienda ha deciso di adeguarsi. “Stiamo dando ai servizi di comparazione dei prezzi la stessa opportunità che diamo a Google Shopping di mostrare gli annunci dei commercianti sulle pagine di Google Search. Google Shopping concorrerà a condizioni equivalenti ed opererà come se fosse un business separato, partecipando all’asta come tutti gli altri”, ha detto un portavoce di Google.

Fino ad oggi, quando un utente cercava un prodotto su Google, i primi risultati che comparivano in alto, molto visibili e quindi più cliccati, erano quelli forniti dal suo servizio di Shopping. Mentre i servizi di comparazione degli acquisti dei suoi rivali erano lasciati nella colonna dei risultati generici, selezionati dagli algoritmi generici.

Adesso invece, l’utente che ha cercato un prodotto da comprare si troverà in alto, nella zona più visibile, non solo le offerte di Google Shopping ma anche quelle dei suoi concorrenti. Gli spazi saranno assegnati attraverso un’asta, e Google Shopping parteciperà all’asta esattamente come gli altri. Ma usando i suoi profitti, e non quelli della casa madre. Tanto che Google ha separato l’unità Shopping dalle altre, e diventerà un’entità indipendente.

Il colosso di Mountain View aveva fino al 28 settembre per rendere operativi i suoi rimedi, sui quali la Commissione non aveva imposto paletti. “Sta a Google dimostrare” di avere rimedi “all’altezza delle decisioni” della Ue. “Vediamo cosa succede, i nostri esperti monitorano”, ha detto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. Se le misure non fossero sufficienti, l’azienda rischia una nuova multa che può arrivare al 5% del suo fatturato giornaliero.

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