Poste: caos pacchi. SDA Express bloccata da uno sciopero selvaggio

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Da tre settimane SDA Express, è stata messa in ginocchio da uno sciopero selvaggio
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Da tre settimane SDA Express, è stata messa in ginocchio da uno sciopero selvaggio

 

 

ROMA.- Forse è un altro segno dei tempi. Dopo il caso Ryanair che sta mettendo in discussione il mondo low cost. Potrebbe essere il blocco delle consegne di SDA Courrier, controllata di Poste, a portare la filiera della logistica a una riflessione sulla gestione degli appalti e del personale troppo esternalizzazione.

Da tre settimane SDA Express, un gioiellino controllato da Poste che fa consegne per diversi grandi clienti, fra cui Amazon e soprattutto per coloro che affidano i propri pacchi agli uffici postali, è stata messa in ginocchio da uno sciopero selvaggio, con picchetti e anche tafferugli, davanti a quattro grandi centri di smistamento, quello di Carpiano (Milano), Bologna, Roma e Piacenza, gestiti da cooperative esterne.

A Bologna è intervenuto il prefetto, a Milano è stata chiamata la polizia e lunedì è previsto un incontro in prefettura. Risultato 70.000 pacchi bloccati, 50% di volumi e di ricavi persi, clienti che se ne vanno e rischio di compromettere la stagione più proficua, quella natalizia.

A scatenare la protesta in modo così virulento è stato il trasferimento dell’appalto di movimentazione della sede di Carpiano dalla cooperativa Team Coop del consorzio Cpl alla cooperativa Siviglia del consorzio Ucsa. Trasferimento che il sindacato Slo Cobas ha accettato mentre lo S.I.Cobas non ha voluto firmare scatenando la protesta.

“Lo scorso 10 settembre abbiamo deciso di cambiare l’appalto perché il precedente fornitore aveva problemi a pagare i contributi ai suoi dipendenti e si trovava in crisi di liquidità” spiega Paolo Rangoni, a.d. di Sda sottolineando che “il nuovo appalto manterrà ai lavoratori tutti i diritti del precedente, anzianità comprese, ovviamente ferie, malattie pagate e ticket. Viene applicato il contratto nazionale con in più le maggiorazioni previste dal secondo livello. Certo è un lavoro duro, si fa soprattutto di notte, gli italiani sono solo il 10%, ma si può arrivare a guadagnare 1.800 euro netti al mese”.

Certo sarà applicato il Jobs Act, e non ci sarà più la garanzia dell’art.18. Nel sito di Carpiano non ci sono le rappresentanze di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati tradizionali sono però preoccupatissimi per gli esiti devastanti del blocco.

“Chi blocca in modo selvaggio l’attività mette a repentaglio tutti i lavoratori, coinvolgendo circa 1.500 lavoratori dipendenti ed oltre 8.000 lavoratori degli appalti. La perdita di attività dell’azienda sta producendo una riduzione dell’occupazione di oltre il 60%, generando un gravissimo problema occupazionale su tutto il territorio” afferma Giulia Guida segretaria nazionale della Filt-Cgil, che insieme a Fit Cisl e Uiltrasporti hanno chiesto un incontro con i Ministri dell’Interno, dello Sviluppo Economico e del Lavoro per affrontare il caso Sda.

Da parte il capo azienda di Sda, dopo aver cercato di arginare la situazione, attivando una rete alternativa di piccoli hub e avvisando i clienti che al momento si effettuano ritiri per spedizioni con peso fino a 5 chilogrammi, aggiunge una riflessione: “nella filiera della logistica occorre appropriarsi di un maggior controllo di tutti passaggi. Servono fornitori più solidi e bisogna prevedere un diverso equilibrio fra le risorse interne e quelle esterne prevedendo una quota maggiore di personale interno”.

(di Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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