Sale l’occupazione delle donne, ma l’Italia è il fanalino di coda dell’Ue

Donne lavorando di fronte a un computer. Occupazione
Donne lavorando di fronte a un computer. (Photo by Oli Scarff/Getty Images)
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Occupazione donne sale, ma Italia fanalino coda Ue. (Photo by Oli Scarff/Getty Images)

 

ROMA. – Cresce l’ occupazione femminile in Italia, ma il nostro Paese resta fanalino di coda con un risultato migliore solo della Grecia: ad agosto la percentuale delle donne al lavoro ha raggiunto un nuovo massimo storico mensile con il 48,9%, ma se si fa il confronto con gli altri paesi europei il cammino da fare resta ancora lungo. Nel secondo trimestre del 2017 in Italia lavorava il 49,1% delle donne tra i 15 e i 64 anni (record delle serie trimestrali) contro il 62,5% dell’Ue a 28.

Rispetto al secondo trimestre del 2014 quando la percentuale era del 46,8% si registra un avanzamento di 2,3 punti percentuali, un dato che risulta comunque peggiore di quello medio europeo (tre punti percentuali di aumento negli ultimi tre anni). I numeri non distinguono tra i tipi di lavoro né danno informazioni sulla quantità di ore di lavoro settimanali.

Ci sono Paesi nei quali l’occupazione femminile si aggira o supera il 70% (71% in Germania, 75,6% in Svezia) nei quali è molto utilizzato il part time consentendo così una più facile conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e una maggiore partecipazione al mercato.

Tra i 25 e i 49 anni in Italia lavora solo il 59,3% delle donne, dato peggiore in Ue in assoluto (59,5% la Grecia) con quasi 15 punti di distanza dalla media (74%). In questa fascia di età lavora il 79% delle tedesche e il 77,9% delle donne del Regno Unito.

Nelle età più avanzate il tasso di occupazione delle donne in Italia è cresciuto più rapidamente anche grazie all’innalzamento dei requisiti per l’accesso alla pensione. Tra i 55 e i 64 anni in Italia ormai lavora il 42,5% delle donne contro il 36% di tre anni fa, avvicinandosi più velocemente alla media Ue (51%). Lavora invece solo il 14,2% delle giovanissime (15-24 anni) contro il 32,6% della media Ue.

Le differenze sul tasso di occupazione complessivo sono prevalentemente dovute alla scarsa partecipazione delle donne italiane al mercato del lavoro. Se infatti il tasso di occupazione complessivo medio italiano nel secondo trimestre era del 58,1% a fronte del 67,7% medio in Ue (-9,6 punti) per gli uomini la distanza si limita a 5,8 punti (67,1% in Italia e 72,9% in Ue) mentre per le donne è di oltre 13 punti.

Sulle difficoltà delle donne nel mercato del lavoro si era espresso nei giorni scorsi il presidente dell’Inps, Tito Boeri, chiedendo al Governo di intervenire introducendo un incentivo contributivo sulle assunzioni stabili, sulla base di quello previsto per i giovani, per le neomamme che vogliono rientrare nel mercato del lavoro. Nel nostro Paese, infatti, aveva sottolineato, ci sono alti costi per la genitorialità con il lavoro di cura assolutamente sbilanciato a sfavore delle donne.

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