Primi voti domani su Rosatellum, tensioni in Fi e Pd-Mdp

Rosatellum
La votazione alla Camera
Rosatellum
La votazione alla Camera

ROMA. – Dalle parole si passa ai fatti, o meglio al voto. Domani mattina, infatti, la Commissione Affari costituzionali della Camera inizierà il voto degli emendamenti al Rosatellum 2.0, con l’obiettivo realistico di concludere in settimana e portare la legge elettorale in Aula la prossima.

In Commissione non ci saranno problemi irrisolvibili, visto che non ci sono voti segreti come in Aula. Ma la tensione c’è, specie in Forza Italia, e l’inciampo è sempre dietro l’angolo, magari su temi meno appariscenti, come le firme a sostegno delle liste o le quote di genere. E mentre i contrari (M5s, Mdp, Si e Fdi) sono pronti a dar battaglia, il Rosatellum fa crescere la tensione tra Mdp e maggioranza sulla legge di Bilancio.

I gruppi che sostengono il Rosatellum 2.0 hanno numeri solidi in Commissione, e anche i contatti tra Pd, Fi, Ap e Lega sono serviti a mettere a punto alcune modifiche tecniche. Poi ci sono temi su cui non è stata ancora trovata l’intesa, come il numero dei collegi plurinominali: Fi ne vuole massimo 60, mentre il Pd punta a oltre i 70. Ma è un argomento che non sarà esaminato domani bensì nei giorni successivi.

Il maggior numero di emendamenti, ben 60, riguardano un tema in apparenza tecnico, cioè il numero di firme necessarie per presentare le liste: è un numero elevato e si richiede la loro raccolta in modo spalmato su tutto il territorio. Cosa che favorisce i grandi partiti e meno i piccoli, quelli nuovi e i movimenti.

Il presidente della Commissione, Andrea Mazziotti, ha lanciato la firma elettronica, e su questi temi la maggioranza corre qualche rischio, così come sulle quote di genere: emendamenti trasversali di deputate mirano a portare il rapporto a 50/50, anziché 60/40. Cosa che creerebbe malumori tra i peones di FI. Di qui l’appello di Francesco Paolo Sisto a tutti i partiti alla “lealtà, serietà e senso di responsabilità”.

I contrari al Rosatellum 2.0 sono pronti a dar battaglia. Non faranno ostruzionismo (sono solo 321 gli emendamenti) ma si faranno sentire, specie in Aula. M5s ha riunito i propri gruppi e ha ipotizzato iniziative forti in Aula o, come qualcuno ha suggerito, un appello al presidente Mattarella per fermare “una proposta di legge incostituzionale, fatta apposta per impedire a M5S di andare al Governo” come ha affermato il blog di Grillo.

Mdp tuona con Pierluigi Bersani contro una “legge balorda” e punta alla minaccia verso il Pd: “presenteremo candidati in tutti i collegi” così da far perdere i Dem. Una tensione, quella tra Mdp e Pd, che potrebbe riversarsi su altri provvedimenti, a partire dalla Legge di Bilancio. Per un proporzionale puro sono i giuristi guidati da Alessandro Pace e Gustavo Zagrebelski che si batterono per il no al referendum. Per loro il “maggioritario ha fallito”, Mattarellum compreso.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

Lascia un commento