Mattarella: “Serve un patto nazionale per prevenire i rischi di calamità”

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione dell'incontro per il 20° anniversario del terremoto al teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli (Ufficio Stampa Quirinale)
Il Presidente Sergio Mattarella in occasione dell’incontro per il 20° anniversario del terremoto al teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli (Ufficio Stampa Quirinale)

 

 

ASSISI (PERUGIA). – Ha rivolto “il primo pensiero” alle quattro vittime del terremoto che colpì l’Umbria nel settembre del 1997 “alle sofferenze provocate da crolli e distruzione” poi, da Assisi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha auspicato “un impegno generale per la prevenzione, una specie di patto nazionale” che “superando differenze politiche, contrapposizioni e distinzioni, impegni l’intero Paese”.

Lo ha fatto davanti ai rappresentanti del sistema di Protezione civile, dei volontari, delle forze dell’ordine e di quelle armate, delle organizzazioni del soccorso. Riunite a Santa Maria degli Angeli per ricordare il sisma di 20 anni fa e quello del 2016 nell’Italia centrale. E riferendosi proprio all’ultima crisi sismica, Mattarella ha sottolineato che “in questo ripetersi di terremoti è emersa l’efficienza del nostro sistema di protezione civile”, parlando di una “prova di grande dedizione, di prontezza apprezzata dalla popolazione”.

“Il nostro – ha aggiunto – è un Paese che esprime una grande capacità di solidarietà ed efficacia concreta in circostanze drammatiche. Auspico che altrettanta solidarietà si riesca a esprimere al di fuori dei momenti drammatici”. Il presidente della Repubblica ha evidenziato il “bisogno di solidarietà sull’altro versante che ci riguarda dopo i terremoti, la prevenzione”.

Che, secondo il Capo dello Stato, “ridurrebbe di gran lunga rischi e pericoli di eventi naturali drammatici e consentirebbe di incanalare nella normalità della vita del nostro Paese quella solidarietà che emerge con tanta forza, passione ed efficacia in occasioni drammatiche. Un auspicio interpretato dalla Protezione civile ma un compito che richiede le energie, il consenso e la partecipazione di tutto il Paese, delle Istituzioni a vari livelli e della società, che il volontariato così bene esprime”.

La giornata di Mattarella ad Assisi si era aperta con la visita alla Basilica superiore di San Francesco dove il crollo di parte della volta provocò la morte, il 26 settembre del 1997, dei tecnici della Sovrintendenza ai Beni culturali Claudio Bugiantella e Bruno Brunacci, di padre Angelo Api e del postulante Zdzislaw Borowiec.

Il presidente si è intrattenuto con i loro familiari. “Non è possibile che negli anni 2000 si muoia di sisma” le parole della sorella di Bugiantella, Dina. Dopo la visita alla Basilica, nel corso della quale Mattarella ha rivolto un “grazie” ai restauratori, l’incontro con il sistema della Protezione civile.

“Il terremoto urla, impaurisce, spezza, sbriciola e spaventa. Ma noi umbri sappiamo reagire con determinazione e coraggio. Non ci siamo arresi nel 1997 e non lo stiamo facendo oggi” ha sottolineato la presidente della Regione Catiuscia Marini. Che ha ringraziato “le donne e gli uomini di allora e di oggi che sono stati accanto a noi”.

Marini ha parlato anche della ricostruzione seguita al 1997. “Oggi i luoghi – ha sottolineato – sono più belli e più sicuri”. Per il capo della protezione civile Angelo Borrelli “la cultura” legata a essa “non è patrimonio dei singoli ma diventa patrimonio solo se condiviso”. Ha quindi parlato della Legge delega per la riorganizzazione del sistema. “Può certamente darci un contributo importante – ha sostenuto – per rendere più sinergico il lavoro di tutti e più chiaro il modo di raggiungere obiettivi condivisi”.

Il ricordo del terremoto del 1997 è tornato quindi nelle parole del sindaco di Assisi Stefania Proietti. “Proprio in quei momenti in cui tutto sembrava crollare – ha detto – fu determinante la solidarietà”.

(dell’inviato Claudio Sebastiani/ANSA)

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