Legge elettorale: Commissione al rallentatore, spunta il nodo Senato

4 marzo data voto

 

Legge elettorale

 

ROMA. – Procede al rallentatore l’esame e il voto degli emendamenti al Rosatellum 2.0 da parte della Commissione affari costituzionali della Camera: al termine della seconda seduta sono stati solo 7 gli emendamenti votati, un po’ per i lunghi interventi degli esponenti di Mdp, un po’ perché la coalizione che sostiene la legge non ha trovato l’intesa su un tema rilevante, cioè il Senato.

Ap chiede che la soglia del 3% da nazionale divenga regionale, punto sul quale Fi non cede. Rimane l’impegno dei gruppi di chiudere per sabato così da portare il testo in aula martedì 10 ottobre.

La Commissione ha bocciato un emendamento di M5s che riproponeva il Fianum, cioè il proporzionale affondato l’8 giugno scorso in Aula in un voto segreto su un emendamento di M5s sul Trentino Alto Adige. Così come sono stati respinti due emendamenti (di M5s e di Possibile) che eliminavano le coalizioni.

Nei suoi lunghi interventi Alfredo D’Attorre ha detto che per Mdp con il Rosatellum 2.0 “si lacera ulteriormente il rapporto di fiducia all’interno della maggioranza” e che questa legge serve solo “per isolare” Mdp. Polemica anche nel centrodestra per il “no” di Fi e Lega ad un emendamento di Ignazio La Russa che introduceva il premio di maggioranza alla coalizione che supera il 40%. La Russa ha parlato di “frattura” avanzando il sospetto che Fi non voglia il premio per tenersi le mani libere dopo il voto su altri tipi di coalizioni.

Se il relatore Emanuele Fiano ha annunciato l’intesa su un emendamento che sarà votato domani sui criteri per la perimetrazione dei collegi plurinominali (quelli in cui i partiti presenteranno i listini proporzionali) oggi è emersa una divisione sulla soglia del Senato, che Ap vuole regionale. Le farebbe guadagnare seggi nelle Regioni del Sud, ma a scapito di Fi, che ha opposto un “niet” anche perché proprio nel Mezzogiorno gli “azzurri” perderanno seggi con Rosatellum rispetto all’Italicum.

L’altra grande questione è il futuro passaggio in Aula, con i possibili 96 voti segreti. L’esperto di Mdp Federico Fornaro ha calcolato che con i collegi il Pd perderebbe al Nord molti seggi per cui i suoi deputati potrebbero votare contro, e altrettanto potrebbero fare alcuni di Fi del Sud per identici motivi.

Una Assemblea dei deputati Dem servirà per spiegare che tra Rosatellum e Italicum la sostanza non cambia molto. In ogni caso la fiducia, ipotizzata in questi giorni per scongiurare tanti voti segreto, non eviterebbe questo tipo di scrutinio nel voto finale previsto dal regolamento della Camera.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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