Gentiloni supera la prova Senato e incassa i voti di Verdini

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Senato .. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Senato .. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

 

ROMA. – Gentiloni supera la prova del Senato sul Def. Una doppia votazione dove il governo ha registrato rispettivamente quota 181 e quota 164, anche grazie ai voti dei verdiniani e nonostante l’altolà di Mdp, che ha garantito il proprio sostegno al rinvio del pareggio di bilancio, dove era necessaria la maggioranza assoluta, ma che al momento del voto alla Nota di aggiornamento ha lasciato l’Aula.

Caduta infatti nel vuoto l’apertura dell’Esecutivo, arrivata in extremis dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in Assemblea, che promette di mettere in campo risorse per le fasce più deboli, a partire dalla revisione della spesa sanitaria e dei superticket, così come hanno chiesto i bersaniani proprio in questi giorni.

Distinguo che comunque non scalfiscono la soddisfazione mostrata dal premier: “Un voto all’insegna di responsabilità e stabilità”, commenta infatti poco dopo l’approvazione a Palazzo Madama. Concetto che Paolo Gentiloni ribadisce in serata, quando arriva alla Camera per assistere al via libera definitivo ai documenti di Bilancio. E la responsabilità di “questo Governo e del Parlamento – spiega – è quella di non dilapidare i risultati raggiunti e collaborare anche da punti di vista diversi per il bene comune”.

L’esito del voto a Palazzo Madama d’altro canto, secondo la maggioranza, parla chiaro: i senatori di Articolo 1-Mdp non sono necessari a garantire la sopravvivenza del governo. “I voti al Senato sul Def – tweetta Roberto Giachetti – dimostrano l’irrilevanza non solo politica ma anche numerica di Mdp”; “le truppe parlamentari di Mdp-Articolo 1 sul Def – è il commento del renziano Andrea Marcucci – sono partite per suonare e sono finite suonate”.

Ma numeri alla mano, secondo i conti del Pd, anche quelli di Verdini e di Ala non sono determinanti (tesi non condivisa però da tutti: “ci sono soccorsi che arrivano quotidianamente come oggi quello di Verdini”, dice il leader Mdp Roberto Speranza). Anche perché la Legislatura sta finendo, è il ragionamento, e davanti ci sono pochi passaggi da affrontare oltre a quello della legge di Bilancio, che comunque non richiede la maggioranza assoluta e quindi la necessità di incassare 161 voti favorevoli. Per di più, Mdp assicura che non farà cadere il governo.

Insomma, il pathos annunciato non c’è stato, sottolinea il Pd: “Se guardiamo i dati e i numeri – interviene in serata anche Matteo Renzi – vediamo che la maggioranza è molto solida, lo scostamento ha visto più di 180 voti favorevoli e anche la risoluzione al Def, che Mdp non ha votato, ha avuto una maggioranza amplissima”. Il governo dunque “è solido” e ora, sottolinea il segretario Dem dobbiamo portare “a casa i risultati, continuando ad abbassare le tasse, ad aumentare i posti di lavoro, a dare una mano a chi non ce la fa”.

Che sia necessario rafforzare il welfare, soprattutto guardando alle fasce di reddito più basse, è anche il monito che arriva dalla Cei: “Lo Stato in questo momento non deve in alcun modo stringere la forbice – dicono i vescovi – ma allargarla”.

Ora il confronto si sposta sulla legge di Bilancio (oltre che sulla partita che corre parallela della riforma della legge elettorale): stando al timing ufficiale, la manovra deve approdare in Parlamento entro il 20 ottobre ed è lì che Mdp aspetta di vedere tradotti in misure gli impegni del governo verso maggiore equità e maggiore redistribuzione delle risorse.

“Serve un cambio di rotta – dice la capogruppo al Senato Cecilia Guerra – e le parole non bastano”. Vero è però, ragiona il ministro della Giustizia e esponente della minoranza del Pd Andrea Orlando, che si va verso una legge elettorale che prevede le coalizioni e quindi il Partito democratico “deve lavorare per una coalizione a partire dalla legge di Bilancio. Se si esce dalle logica del muro contro muro, anche Mdp potrà cambiare atteggiamento”.

(di Chiara Scalise/ANSA)

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