Sda: caos pacchi, a Milano preoccupa la situazione sanitaria

Sda: caos pacchi, a Milano preoccupa la situazione sotto il profilo sanitario
Sda: caos pacchi, a Milano preoccupa la situazione sanitaria

 

ROMA. – Lo sciopero al centro di smistamento di Milano della Sda (società del gruppo Poste che si occupa di distribuzione di pacchi e logistica) che si prolunga ormai da 20 giorni con 70.000 pacchi ancora fermi sta creando problemi anche sotto il profilo sanitario.

A causa dei pacchi bloccati, alcuni dei quali con all’interno materiale deperibile – ha spiegato in una audizione al Senato l’ad Sda, Paolo Rangoni – in un sito inaccessibile a causa dei picchetti, ci sono topi e cattivo odore. Situazione che potrebbe rendere necessario lo sgombero.

“Il diritto al lavoro è negato” – ha detto – e c’è “un diffuso senso di impunità” nei sindacati di base che hanno organizzato lo sciopero. Vengono commessi ogni giorno reati”.

L’azienda ha presentato in 21 giorni circa 15 esposti per riportare la situazione alla normalità. La situazione comunque è difficile a causa delle proteste messe in campo dai sindacati di base non solo a Milano ma anche a Roma e Bologna con un calo dei volumi nelle ultime settimane del 50%. La filiera occupa nel complesso 8.500 persone, 1.500 dei quali dipendenti diretti di Sda. Ci sono poi 4.500 corrieri e 2.500 facchini impegnati negli hub. Tra questi facchini gli iscritti alle due sigle dei sindacati di base sono circa 1.000.

La protesta è stata originata da un cambio di fornitore (alla scadenza del contratto) sostenuto da Sol-Cobas ma non accettato dal Si-Cobas. Al momento ci sarebbe disponibilità per l’interruzione dello sciopero ma i fornitori chiedono, a causa del calo dei volumi, di far lavorare le persone con una turnazione dato che non c’è lavoro per tutti. Su questo punto non sono d’accordo i sindacati che non hanno proclamato lo sciopero che non vogliono subire il taglio delle ore e dei salari.

“Perdere di botto il 50% dei volumi è devastante – ha spiegato Rangoni – si perde fatturato e i costi fissi non sono ripagati. Centinaia di fornitori e agenzie sono nella stessa situazione. C’è una situazione critica nel resto della rete. Alcuni stanno licenziando. Ci sono clienti che non stanno pagando fatture scadute per ritorsione”.

Il blocco dei pacchi peraltro, ha aggiunto Rangoni, ha portato problemi “anche di immagine”. “Ad oggi non risulta essere stata avviata alcuna procedura di licenziamento collettivo da parte di Sda – ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – posso comunque assicurare che il ministero continuerà a monitorare la vicenda nei suoi futuri sviluppi”.