Pandoro a rischio, dipendenti Melegatti in sciopero

Pandoro a rischio
Pandoro a rischio, dipendenti Melegatti in sciopero

 

VERONA. – A Natale il pandoro contende al panettone il primato sulle tavole, ma l’azienda fondata da Domenico Melegatti, che oltre 120 anni fa ha “inventato” il dolce natalizio e tra le leader del settore, rischia di trovarsi con problemi produttivi in vista delle prossime festività.

L’allarme arriva dai dipendenti che da alcuni giorni sono in sciopero e hanno dato vita a una manifestazione davanti al municipio di San Giovanni Lupatoto, mentre i dirigenti sindacali e i componenti della Rsu incontravano il sindaco Attilio Gastaldello che si è attivato per fissare un incontro con la proprietà.

All’azienda viene imputato il mancato pagamento degli stipendi degli ultimi due mesi e la mancata soluzione, al momento, della ricerca di un partner commerciale. Una questione, quest’ultima, che si tradurrebbe in carenze sul fronte degli approvvigionamenti di materia prima, con conseguenti ripercussioni sulla produzione.

“A San Martino Buon Albergo – ha detto Paola Salvi, segretario della Flai-Cgil, in riferimento a uno dei due siti produttivi dell’azienda – hanno addirittura coperto con il nylon i macchinari”. Sono 90 gli addetti tra lo stabilimento storico di San Giovanni Lupatoto (Verona) e quello di San Martino Buon Albergo, inaugurato lo scorso febbraio su un’area di 21mila metri quadrati, con un investimento di oltre 10 milioni e destinato alla produzione di croissant.

A quelli a tempo indeterminato si aggiungono poi circa 200 stagionali. I lavoratori denunciano di non aver ricevuto lo stipendio di agosto e al momento neanche quello di settembre. L’azienda, che l’anno scorso ha fatturato 70 milioni di euro producendo dolci da ricorrenza e merendine, sta attraversando una crisi societaria e la speranza è che in occasione della prossima assemblea dei soci a fine mesi possano arrivare soluzioni che risolvano i problemi dell’azienda.

“Ieri era fissato l’incontro in azienda – ha sottolineato Paola Salvi – per un nuovo socio-finanziatore annunciato dalla proprietà, invece si sono presentati degli avvocati che illustrando la situazione si sono contraddetti tra loro. Qui ci sono molti lavoratori monoreddito, che non vedono soldi da due mesi, che restano in fabbrica a non fare niente. Ci sono stagionali che erano stati chiamati per la produzione invernale, hanno sospeso la disoccupazione e rinunciato ad altre opportunità e poi non hanno lavorato. E con l’azienda non si ottengono risposte nemmeno per l’attivazione della cassa integrazione” ha concluso la rappresentante della Flai-Cgil.

Sotto accusa il management. Nell’azienda veronese si attendeva l’ingresso di un nuovo socio o una partnership per commesse conto terzi con un colosso dolciario, ma finora non si è visto nulla.

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