Imprese di costruzione: record di fatturato all’estero, oltre 14 miliardi

"Con le nostre imprese di costruzione siamo stati in qualche modo vincitori di un campionato del mondo".
“Con le nostre imprese di costruzione siamo stati in qualche modo vincitori di un campionato del mondo”.

 

ROMA,.- “Con le nostre imprese di costruzione siamo stati in qualche modo vincitori di un campionato del mondo”. Non ha dubbi il ministro degli esteri Angelino Alfano: nel 2016, le imprese di costruzione italiane hanno battuto tutti i record all’estero. Alfano lo ha detto introducendo, alla Farnesina, il rapporto 2017 dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo.

E’ stato un vero e proprio boom, hanno spiegato il presidente e il vicepresidente Ance Giuliano Campana e Giandomenico Ghella: mentre in Italia il fatturato è cresciuto solo del 2,6% in un anno, all’estero l’aumento è stato del 17,8%, il valore più alto di questi ultimi 10 anni. Dal 2004, l’aumento è stato del 355%, fino a superare i 14 miliardi. Le commesse aggiudicate l’anno scorso superano il 20 miliardi di euro, il massimo assoluto dal 2007.

Le imprese italiane sono presenti in 90 paesi: guidano la classifica il Nord America (23,8% delle nuove commesse), davanti ad Africa Sub-sahariana e Medio Oriente (17,6% ciascuno) e Asia (13,3%). Dominano le infrastrutture stradali ed autostradali, davanti alle opere idrauliche, le ferrovie e le metropolitane.

Al primo posto Salini Impregilo (sempre più presente sul mercato americano attraverso la controllata Lane Construction), davanti ad Astaldi e Condotte. Per Campana i successi ottenuti all’estero sono frutto di un lavoro di squadra, insieme con il ministero degli esteri e dello sviluppo economico, dell’Ice, la Sace, la Simest e le banche.

Per Ghella la crescita “appare ancora più significativa essendo in netta controtendenza” rispetto al calo osservato a livello mondiale per le aziende di costruzione all’estero. Alfano, citando uno studio indipendente, ha detto che ogni euro investito per le imprese italiane all’estero ha un ritorno di ben 20 euro, e ha lanciato un appello per potenziare la cosiddetta diplomazia economica: “utilizzate al meglio le strutture della Farnesina”.

Per il ministro degli esteri ci sono almeno due casi particolarmente emblematici nella storia dei costruttori italiani all’estero: la diga di Tarbela in Pakistan costruita dalla Impregilo tra il 1968 e il 1976 e quella di Mosul in Iraq, che la Trevi sta mettendo in sicurezza, e per la quale è stata appena raggiunta l’intesa per i completamento della prima fase dei lavori. Due opere di speranza “simbolo della pace” e della prosperità.

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