Caos liste in Sicilia, su moduli manca la Legge Severino

Affissione delle liste elettorali prima del voto.
Affissione delle liste elettorali prima del voto.
Caos liste in Sicilia, su moduli manca legge Severino

 

 

PALERMO. – Il panico tra la flotta di candidati alle elezioni in Sicilia è esploso mentre le cancellerie dei tribunali stavano aprendo gli uffici per la prima giornata utile di consegna delle liste elettorali e della documentazione allegata. A dare corpo alle voci che circolavano da qualche giorno sono stati gli indipendentisti di Sl: “Nei moduli di accettazione dei candidati manca il riferimento alla legge Severino sulle incandidabilità”, mentre viene citata la norma regionale 29 del 1951. Per il movimento ‘Siciliani liberi’ si tratta di una svista che potrebbe comportare problemi ad alcuni candidati, avvantaggiandone altri.

Il pallino è nelle mani dei Tribunali, che stanno ricevendo le liste con la scadenza prevista. Per evitare problemi, gli uomini di Claudio Fava, il candidato governatore della sinistra, assieme ai documenti ufficiali stanno depositando anche un’autocertificazione facendo esplicito riferimento alla Severino.

Nella vecchia norma, quella citata nella modulistica, non sono previsti come causa di incandidabilità alcuni reati che invece sono contemplati nella legge Severino, più restrittiva, tra cui istigazione alla corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, interruzione di un servizio pubblico da parte dei capi o promotori, sottrazione o danneggiamento di beni sottoposti a sequestro penale e traffico di influenze illecite.

Il leader di Sl, Massimo Costa, parla di “incredibile approssimazione del governo siciliano, che ha fatto sottoscrivere ai candidati una dichiarazione di accettazione della candidatura secondo una normativa superata”. “Non vorremmo che una norma pensata per togliere dalla politica mele marce e mafiosi si ritorca contro una delle poche liste, come ‘Siciliani Liberi’, che hanno candidati senza alcun precedente”, attacca Costa, secondo cui “spetta ora a chi ha fatto il danno ripararlo, o assumendosi la responsabilità dei controlli ex post o dando un congruo termine per integrare le dichiarazioni dei candidati”.

Ma l’ufficio elettorale della Regione non ci sta a finire nel tritacarne della polemica: “I moduli sono conformi alla legge regionale del ’51, noi siamo in Sicilia e dunque applichiamo la nostra norma. Dunque i moduli sono quelli e non si toccano”. E sottolinea che “le disposizioni della legge Severino” sulle incandidabilità, “come recita l’art.14 si applicano anche alle Regioni a statuto speciale”. “Non potevamo fare riferimento che alla norma regionale – aggiunge l’ufficio – anche se non è stata adeguata alla legge Severino”.

Sulla decisione di alcuni candidati di allegare un’autocertificazione integrativa, l’ufficio elettorale commenta: “I moduli non si presentano alla Regione ma nei Tribunali, saranno loro a decidere” . Ma Claudio Fava insiste: “Ci auguriamo che tutto questo non renda inutile l’indizione dei comizi elettorali, a quel punto sarei io a prendere il cappello e me ne vado: c’è un problema di resistenza fisica”.

(di Alfredo Pecoraro/ANSA)

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