Re Salman al Cremlino, i sauditi comprano missili russi

Re Salman al Cremlino.
Re Salman al Cremlino.

 

 

MOSCA. – Oltre mille delegati, l’intero hotel Ritz di Mosca requisito, traffico impazzito: re Salman è in città. E’ la prima visita di un monarca saudita in Russia e Vladimir Putin, ricevendolo al Cremlino in pompa magna, l’ha definito un “evento storico”. Molti gli argomenti in agenda, dalla spinosa questione siriana alla cooperazione bilaterale, soprattutto in materia di energia e difesa.

I punti di vista di Russia e Arabia Saudita “coincidono” su molti problemi “regionali e internazionali”, ha detto Salman bin Abdulaziz al Saud al termine dei colloqui. Di fatto una benedizione a una maggiore intesa fra Mosca e Riad. La visita si può dunque definire senza enfasi un successo e ha profonde implicazioni geopolitiche.

L’Arabia Saudita – stando alla televisione emiratina Al Arabiya – ha ad esempio accettato di acquistare gli avanzati sistemi missilistici russi S-400. Dmitri Rogozin, vice premier russo con delega all’industria militare, aveva dichiarato che le trattative erano “in corso”, ma che non si era arrivati ad alcun “accordo formale”. Se così fosse, l’Arabia Saudita diventerebbe il secondo alleato degli Stati Uniti – dopo la Turchia – a dotarsi di armamenti russi ‘pesanti’.

Intanto Mosca e Riad hanno firmato un contratto sui termini generali della localizzazione in Arabia Saudita della produzione su licenza dei fucili d’assalto Kalashnikov Ak-103, versione moderna del celebre mitra d’epoca sovietica Ak-47. In tutto – scrive Kommersant – la Russia punta a fornire ai sauditi un pacchetto di armamenti di un valore totale di 3 miliardi di dollari. Che potrebbe prevedere non solo la vendita di armi ‘pronto uso’, ma anche sviluppare il comparto bellico del Regno.

In cambio Riad ha rinnovato il suo impegno a investire 10 miliardi di dollari in Russia, soprattutto in infrastrutture e progetti energetici. In più verrà creato un fondo d’investimento congiunto da almeno un miliardo di dollari. L’Arabia Saudita si è detta interessata al settore del gas naturale, che Mosca, pur con qualche ritardo, sta iniziando a sviluppare in modo aggressivo.

Fin qui (più o meno) i quattrini. Poi l’aspetto strategico: Riad vede come fumo negli occhi il rapporto fra la Russia e l’Iran, tant’è vero che la visita di re Salman – sostiene una fonte diplomatica russa – è stata rimandata “più volte” negli ultimi due anni proprio per il sostegno di Mosca a Teheran sui diversi tavoli (Siria e accordo sul nucleare).

Dunque il cambio di passo. “Sviluppando i legami, Riad punta a a convincere Mosca a tenere a bada la politica regionale dell’Iran”, spiega Alexey Khlebnikov, esperto di Medio Oriente presso il Consiglio per gli Affari Internazionali. Re Salman, non a caso, di Iran ha parlato chiaro e tondo e ha detto che “non deve intromettersi” negli affari interni dei Paesi limitrofi se si vuole salvaguardare la stabilità dell’area (e dunque la pace nel mondo).

Sulla Siria, Mosca ha detto di sostenere lo sforzo saudita per “unificare l’opposizione” e portarla ai negoziati di Ginevra mentre Riad ha lodato il formato di Astana. Insomma, convenevoli, che in futuro potrebbero però sbocciare in qualcosa di più concreto. Russia e Arabia Saudita, infatti, producono insieme il 25% del petrolio mondiale e in questi anni di crisi hanno cooperato per stabilizzare i prezzi del greggio – intesa che secondo re Salman va “ampliata”.

Gli Stati Uniti non saranno entusiasti. Certo, un membro della delegazione saudita ha chiarito “di non voler mettere in discussione” il ruolo degli Usa come “partner strategico nella politica estera” del Regno. Parlare di nuovo asse è dunque fuorviante. Ma il segnale è chiaro: Riad ha deciso di ‘diversificare’ i fattori di rischio nel suo portfolio.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

Lascia un commento