Pisapia al bivio, scelta in pochi giorni. Gelo con Mdp

Intesa a sinistra, Pisapia leader per alternativa a Pd
Insieme, Pisapia leader per alternativa a Pd

 

 

ROMA. – Una settimana al massimo, poi sarà matrimonio o rottura. Se Giuliano Pisapia proseguirà il suo cammino verso il nuovo soggetto della sinistra con Pier Luigi Bersani, Vasco Errani, e pure Massimo D’Alema, si capirà a giorni. Non oltre una settimana, dicono da Mdp, perché “il tempo è già scaduto”. Il leader di Campo progressista potrebbe riunire il tavolo decisivo all’inizio della settimana. Ma è calato il gelo dopo il dibattito con Bersani e Errani di giovedì sera a Ravenna.

Pisapia è andato via assai irritato perché, raccontano, si è sentito tratto in un “tranello” teso da Errani per metterlo alle strette. “Vasco, se sono divisivo posso fare un passo di lato”, ha detto l’ex sindaco. E si sono lasciati così, con freddezza, anche se in serata è atteso un chiarimento. “Vogliamo un campo largo di centrosinistra, non una unione di sigle di partiti”, non si stancano di ripetere i “pisapiani”.

“Come ha detto Speranza a Napoli, noi siamo pronti a scioglierci non appena un’assemblea democratica sancirà la nascita del nuovo soggetto”, replicano da Mdp. Ma i nodi politici sono tutti da sciogliere, dalla scelta se includere Sinistra italiana alle modalità dell’assemblea.

Per i bersaniani non si può perdere altro tempo e bisogna fissare la data (19 o 26 novembre). Mentre i “pisapiani” temono una conta di tessere come prova di forza di Mdp (“Giuliano è il leader, non il capo”, ha detto Errani). Entro la prossima settimana, dicono da Campo progressista, le cose si decideranno: avanti insieme o separati subito.

Il timore è rinchiudersi in una ridotta anti-renziana di sinistra che punta al 3%, mentre il progetto resta quello di un centrosinistra largo e inclusivo. L’ex sindaco, sottolineano, ha escluso con nettezza un’alleanza con i Dem prima del voto. Ma tra i parlamentari di Cp c’è chi, a maggior ragione dopo l’apertura di Renzi in direzione, preme per sostenere il Rosatellum (osteggiato con ogni forza da Mdp) per poi lavorare a una coalizione. Con uscite individuali che, sibilano da Mdp, “alimentano il sospetto dei nostri militanti che quando Pisapia si dice ‘poligamo’ sta pensando anche a Renzi”.

Insomma, la tensione non viene celata. “Ma davvero Pisapia pensa che qualcuno di noi vuole il 3%?”, si sfoga un dirigente bersaniano. “A Ravenna in platea c’era un migliaio di persone fredde verso Pisapia perché i nostri si sono stancati di aspettare. Si vota tra meno di sei mesi: cosa aspettiamo ancora?”.

Se l’impasse dovesse proseguire, Mdp potrebbe lanciare nei prossimi giorni un appello all’unità della sinistra, con l’invito ad aderire all’assemblea costituente. Ma dal campo di Pisapia predicano cautela: ci confronteremo la prossima settimana, assicurano, e decideremo insieme. Niente è deciso, affermano, ma niente neanche irreparabilmente rotto.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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