Ilva in sciopero contro i tagli dell’azienda. Il ministro Calenda annulla il tavolo e chiede garanzie per i lavoratori

L'Ilva sciopera contro il piano dell'azienda. Il ministro annulla il tavolo
Sciopero Ilva Cornigliano
L'Ilva sciopera contro il piano dell'azienda. Il ministro annulla il tavolo
Sciopero Ilva Cornigliano

TARANTO – Sono scattate all’Ilva di Taranto 24 ore di sciopero indette dai sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb contro i tagli di forza lavoro annunciati dalla nuova proprietà Am Investco Italy insieme alla introduzione di nuove condizioni contrattuali di inquadramento per i lavoratori. I presidii sono davanti alle portinerie del siderurgico.

Oltre a Taranto, è sciopero anche a Novi Ligure, altro sito Ilva, ma c’è tensione un po’ in tutti gli stabilimenti, tra cui quello di Genova Cornigliano. I due punti di contrasto sono i numeri degli esuberi, oggi quantificati in 4mila sui 14.200 addetti totali del gruppo Ilva – 3.330 in eccedenza a Taranto -, e le modalità di assunzione del personale da parte della società Am Investco Italy partecipata da Arcelor Mittal e Marcegaglia.

Si sarebbe dovuto tenere un tavolo di discussione al Mise, Ministero dello Sviluppo economico, tra la AM InvestCo Italy (la nuova società di Arcelor Mittal e Marcegaglia), da una parte, e dall’altra i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm e Usb, ma secondo quanto hanno riferito i rappresentanti dei lavoratori, Calenda ha annullato tutto e l’azienda dovrà tornare al tavolo dopo un confronto con gli azionisti. I sindacati hanno spiegato che il ministro si è detto “pronto a mettere in campo tutto quanto nelle prerogative del governo per il rispetto degli impegni presi”.

Lo stesso Calenda ha in prima persona chiarito che la posizione dell’AccelorMittal per Ilva è irricevibile. “Abbiamo incontrato con il viceministro Bellanova l’azienda e abbiamo comunicato che l’apertura del tavolo in questi termini è irricevibile”, ha riferito ai giornalisti, “soprattutto per quanto concerne gli impegni sui livelli di stipendio e inquadramento (dei lavoratori) su cui c’era l’impegno dell’azienda a rispettare l’attuale situazione”.

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