Mps: morte Davide Rossi, rivelazioni shock ex sindaco

Pierluigi Piccini, ex dirigente del Monte dei Paschi e sindaco di Siena dal 1990 al 2001, durante l'intervista trasmessa ieri durante il programma di Italia 1 'Le Iene show' © ANSA
Pierluigi Piccini, ex dirigente del Monte dei Paschi e sindaco di Siena dal 1990 al 2001, durante l’intervista trasmessa ieri durante il programma di Italia 1 ‘Le Iene show’ © ANSA

 

SIENA. – Rivelazioni shock dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini, mandate in onda domenica sera dall’ultima puntata delle Iene su Italia 1 sulla morte del capo comunicazione di Mps Davide Rossi, provocano la reazione della procura senese che invia per competenza a Genova la registrazione della trasmissione.

Piccini, che dice di non sapere di essere stato filmato e che ora annuncia querele, in un bar di piazza del Campo, stando alla registrazione, parlando del caso di Davide Rossi sostiene: “Un avvocato romano mi ha detto: devi indagare su alcune ville fra l’aretino e il mare e i festini che facevano lì. Perché la magistratura potrebbe anche avere abbuiato tutto perché scoppia una bomba morale”.

E ancora: “C’è una villa fra Siena e Arezzo e c’è una villa al mare, dove facevano i festini. Chi andava in queste feste? Chi ci andava? Ci andavano anche i magistrati senesi ad esempio? Mah. Ci andava qualche personaggio nazionale? Mah”.

Affermazioni pesanti a cui la procura risponde con una nota a firma del procuratore Salvatore Vitello. “Trattandosi, all’evidenza, di accuse penali rivolte ai magistrati degli uffici di Siena, ogni competenza in merito spetta alla Procura della Repubblica di Genova, cui viene trasmessa la registrazione della trasmissione”, scrive Vitello.

“Si racconta di una ‘storia parallela’ – spiega il procuratore – mai emersa nel corso delle indagini svolte da questo ufficio e mai denunciate dallo stesso interlocutore”. Il procuratore ricorda che “sette magistrati sono stati titolari di indagini riguardanti il decesso”, con esiti tutti convergenti sull’ipotesi suicidiaria.

Quindi definisce “giusto e comprensibile che i familiari abbiano dubbi sulla causa della morte del loro congiunto”, ma giudica “assolutamente inaccettabile la sistematica delegittimazione, come quella operata dall’interlocutore delle Iene che senza alcuna conoscenza diretta della complessa attività di indagine, tenta di accreditare una propria tesi personale suffragandola con pesantissime accuse ai danni dei magistrati additandoli come partecipi di un oscuro disegno criminoso”.

Ma Piccini, secondo il quale Rossi non si è suicidato, si spinge anche oltre: “Davide Rossi ha gestito più di 50 milioni di euro in quattro anni, aveva le porte aperte dappertutto”, dice. “Lui era il braccio destro di Mussari su tante cose, non scherziamo. Ma uno che gestisce 54, 50 milioni di euro in 4 anni, ma ti rendi conto di quanti sono? Che lui avesse un particolare anche, come dire, appeal all’interno della banca e potesse indirizzare dei finanziamenti, questo sì”.

“Ma quale solo? – osserva ancora Piccini alla domanda se la morte di Rossi fosse riconducibile al suicidio di un ‘uomo rimasto solo e crollato’ – No, lui aveva la possibilità, lui ha dialogato con tutti i direttori dei giornali di tutta Italia. Non aveva un problema di lavoro, assolutamente”.

Il giorno dopo però l’ex sindaco reagisce: “Ho immediatamente sentito i miei legali dando loro mandato di difendere le mie ragioni sia sul piano penale che civile, in quanto la registrazione e le riprese sono state effettuate in maniera scorretta”.

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