Di Maio accelera sul governo ma scoppia il caso Lazio

Roberto Fico, Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
Roberto Fico, Beppe Grillo e Luigi Di Maio. (Photo by Jacopo Landi/NurPhoto via Getty Images)
Roberto Fico, Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
(Photo by Jacopo Landi/NurPhoto via Getty Images)

 

ROMA. – Nessun accenno alla squadra di governo ma un confronto nel merito sul programma elettorale, un’iniziativa “buona” e “apprezzabile”. Roberto Fico si mostra conciliante alla fine dell’atteso incontro con il candidato premier Luigi Di Maio sul programma elettorale del Movimento, evita commenti sulla costituenda squadra di governo (“siamo agli albori, vedremo”) da parte del neo leader ma invita alla mobilitazione contro la legge elettorale e, soprattutto, richiama il M5s a fare quanto necessario per far rispettare le regole che vietano endorsement a favore di candidati del Movimento.

Il nuovo caso che agita il M5s è infatti legato alle regionarie laziali con il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, finito nel mirino per una mail che avrebbe inviato agli attivisti – ma lui nega – per sostenere la candidatura di Valentina Corrado. Rivale, tra gli altri, di Roberta Lombardi, candidata ‘ortodossa’ per la Presidenza della Regione.

“Le cordate non vanno bene, non sono il modello culturale del M5s” avverte Fico che esorta il collegio dei Probiviri del Movimento, che ha aperto un’istruttoria sul caso, a prendere provvedimenti nel caso dovesse ravvisare gli estremi per una sanzione.

“Anche se domani si inizia a votare c’è comunque il tempo di valutare. Perché la mail comunque è partita. E chi la doveva leggere l’ha letta: è – ripete Fico – un comportamento che non va bene, non è rispettoso e se il comitato probiviri riterrà che esistono gli estremi per farlo dovrà sanzionare”.

Il caso Lazio è una nuova grana per il candidato premier che ha provato a prendere le distanze da queste regionarie, indette per domani. Ma sia che vinca le primarie Roberta Lombardi, sia che venga sanzionato o meno il comportamento della candidata rivale, considerata vicina a Virginia Raggi, per il gruppo degli ortodossi è già una mezza vittoria.

Fico, che da tempo rivendica una maggiore attenzione ai fondamenti del Movimento, non perde l’occasione per spingere anche ad una mobilitazione per la legge elettorale. Il Rosatellum “è una legge contro una forza politica e contro un’idea di democrazia rappresentativa. Ci aspetta una settimana caldissima: noi, credo, dobbiamo fare un’opposizione dura come siamo molto bravi a fare” è l’appello che lancia poco prima della riunione dei parlamentari del Movimento chiamati a decidere proprio quali iniziative intraprendere per contrastare la legge.

E’ una legge “Ammazza Volontà Popolare” attacca anche Luigi Di Maio che si scaglia anche lui contro la ‘cordata’ messa in atto da “Lega, Pd, Forza Italia e Alfano, per cercare di battere il M5s non con i programmi e le idee ma con un’ammucchiata per ribaltare ancora una volta la scelta degli elettori”.

(di Francesca Chiri/Ansa)