Corea del Nord: bombardieri B-1B Usa in volo con jet Seul e Tokyo

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Bombardieri americani sorvolano la penisola coreana in risposta all'ultimo test balistico di Pyongyang. EPA/US AIR FORCE/STAFF SGT. JOSHUA SMOOT HANDOUT
Bombardieri americani sorvolano la penisola coreana in risposta all’ultimo test balistico di Pyongyang. EPA/US AIR FORCE/STAFF SGT. JOSHUA SMOOT HANDOUT

 

PECHINO. – I bombardieri strategici Usa B-1B Lancers sono tornati nella notte a sfrecciare nei cieli della penisola, ultima prova di forza verso Pyongyang: partiti martedì pomeriggio dalla base di Guam, due B-1B sono entrati nella Zona di identificazione di difesa aerea sudcoreana (Kadiz) in serata e simulato un attacco aria-terra sul mar del Giappone con due jet sudcoreani F-15K, replicando la prova anche sul Mar Giallo. Un’analoga operazione, poco prima, s’è tenuta vicino all’isola di Kyushu con il Giappone che ha schierato due F-15 per “testare l’abilità di risposta nei raid notturni”.

Si tratta della prima operazione “al buio” a tre pianificata dal Comando del Pacifico americano coinvolgendo jet sudcoreani e nipponici allo scopo di definire le risposte più opportune in caso di provocazioni del Nord. Che potrebbero maturare la prossima settimana a ridosso del 18 ottobre, data d’avvio del 19/mo congresso del Partito comunista cinese, evento delicato per la leadership di Pechino.

L’Asian Business Daily ha scritto che i militari sudcoreani e americani hanno individuato di recente il trasporto di 30 razzi Scud da Hwangju, sud di Pyongyang, all’impianto di manutenzione di Nampo, sulla costa occidentale. Se il lancio multiplo di vettori a corto raggio è inusuale, c’è tuttavia il precedente di marzo 2014 quando Pyongyang ne utilizzò 71 in una settimana.

Una mossa, quella ipotizzata dal quotidiano sudcoreano, che mostrerebbe la capacità del Nord di variare tipi di provocazione dopo aver speso gli ultimi mesi a testare missili che potrebbero essere armati con testate nucleari e lanciati verso gli Usa.

L’Ufficio presidenziale di Seul ha detto che l’addestramento notturno era nella “turnazione di asset strategici militari Usa” destinata ad andare avanti. Lo “spiegamento” al Sud prosegue: la scorsa settimana è arrivato al porto di Jinhae il sottomarino a propulsione nucleare Uss Tucson che, “con l’equipaggio di 150 marinai”, potrà condurre una moltitudine di missioni, ha detto il Comando del Pacifico in una nota.

Per gran parte dei media di Seul la portaerei Uss Theodore Roosevelt è destinata a breve a raggiungere la penisola, quando è ancora incerta la destinazione dell’unità a propulsione nucleare, parte della Terza Flotta Usa. Il Pentagono ha assicurato che tutte le informazioni in caso di guerra con il Nord sono al sicuro.

Il deputato sudcoreano del Lee Cheol-hee, citando fonti della Difesa, ha affermto che pirati informatici nordcoreani erano riusciti a sottrarre 235 gigabyte di documenti militari, di cui circa l’80% da identificare. Tra i file, dossier sulle forze speciali, relazioni sui comandi alleati, impianti militari strategici e addirittura il piano per “decapitare la leadership nordcoreana”.