Rosatellum: M5S “assedia” Montecitorio, la sinistra al Pantheon

Il deputati del M5s Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico durante la manifestazione di protesta del M5S davanti Montecitorio contro la fiducia posta dal Governo alla Camera sulla legge elettorale Rosatellum.
Il deputati del M5s Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico durante la manifestazione di protesta del M5S davanti Montecitorio contro la fiducia posta dal Governo alla Camera sulla legge elettorale Rosatellum, 11 ottobre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI
Il deputati del M5s Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico durante la manifestazione di protesta del M5S davanti Montecitorio. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – La prima fiducia al Rosatellum passa con la piazza di Montecitorio ‘gonfia’ dei manifestanti chiamati dai 5 Stelle che protestano e la sinistra che arringa contro il governo e contro il Pd pochi metri più in là, al Pantheon. Il tam-tam diffuso via social dal M5s riesce a mobilitare i cittadini che con la loro pressione, da fine mattina, sono riusciti a piano piano a ‘sfrattare’ l’altro Movimento, quello dell’ex generale Pappalardo, che presidiava la piazza.

E ad offuscare i sostenitori di Rifondazione Comunista che si erano pure loro dati appuntamento sotto l’obelisco per protestare contro il Rosatellum. E che si sono poi trasferiti nell’altra piazza, quella chiamata da Mdp e Sinistra Italiana.

Beppe Grillo non c’è, ma di prima mattina si fa sentire dal suo blog: “non consegnate il vostro futuro ai due imbroglioni” Renzi e Berlusconi. E si appella ai cittadini: “avranno la loro parte di responsabilità se nascerà l’ennesima legge elettorale porcata”. Il garante M5s sarà a Roma domani.

La piazza, che non ha lesinato fischi a Mattarella e Napolitano, lo aspetta ma non è detto che voglia togliere gli onori del palco al nuovo leader M5s, Luigi Di Maio, accolto dagli applausi mentre arrivava in piazza accompagnato sia da Alessandro Di Battista, sia da Roberto Fico con i quali ha intonato l’inno di Mameli.

Il candidato premier è fiducioso: la mobilitazione potrebbe davvero smuovere le acque e far naufragare la legge elettorale. “Dovete fare sentire la vostra voce” e “poi vedrete che ce la faremo: io ci credo molto perché ogni volta che noi in Parlamento abbiamo avuto bisogno del popolo italiano, voi avete risposto”. E nella piazza che per tutto il pomeriggio si è sgolata gridando “onestà, onestà”, chiama alla protesta ad oltranza.

Domani dalle 13,30 i popolo 5 Stelle sarà di nuovo davanti la Camera per una ‘veglia per la democrazia’: “abbiamo una battaglia da combattere, se domani non ce la faremo l’appuntamento successivo è al Senato. Noi siamo dalla parte giusta della storia: se i partiti non perderanno sulla legge elettorale, perderanno tanta gente che aveva ancora fiducia in loro” dice. E ne pagheranno il conto nelle urne: “Vedendo questa folla sono sicuro che alle prossime politiche li manderemo a casa”.

Il trio Di Maio-Di Battista-Fico galvanizza. Il leader degli ‘ortodossi’ lancia il suo nuovo richiamo alle origini del M5s, alla derivazione “gandhiana” e a quella francescana. “Oggi siamo qui per dire che siamo fermi nelle nostre idee come nel primo V-Day, quando non avevamo bisogno né di partiti, né di Tv, né di giornali. Quando iniziò quel percorso dei Cittadini che si fanno Stato”. Di Battista, senza voce, chiama alla battaglia: “hanno paura di noi, e fanno bene: noi siamo non violenti ma non siamo coglioni”. Con loro sul palco sale anche il candidato in Sicilia, Giancarlo Cancelleri. Non c’è invece Virginia Raggi mentre a Torino dove, come a Milano è stato organizzato un presidio di sostegno alla manifestazione romana, c’è pure Chiara Appendino.

Da sinistra: Nicola Fratoianni, Filippo Civati, Roberto Speranza e Francesco Laforgia al sit-in organizzato dalla sinistra.
ANSA/ANGELO CARCONI

 

E se in piazza il M5s ritrova l’unità interna, anche al Pantheon va scena la prima manifestazione unitaria della sinistra. Con Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e Pippo Civati, che arrivano insieme alla manifestazione, ci sono anche i “pisapiani” di Campo Progressista. Massimo D’Alema attacca: la legge elettorale è “inaccettabile, segno di irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd che logora la democrazia”. Pierluigi Bersani si dice deluso da Gentiloni: “da lui non me lo sarei aspettato, ha perso credibilità”. Tra bandiere rosse e “Bella ciao”, applauditissimi gli interventi di Cecilia Guerra ed Anna Falcone.

(di Francesca Chiri/ANSA)

Lascia un commento