Il Papa alla Fao: “Contro la fame, affrontare guerre e cambio climatico”

Il Papa alla Fao: "Contro la fame, affrontare guerre e cambio climatico". ANSA/ANGELO CARCONI
Il Papa alla Fao: “Contro la fame, affrontare guerre e cambio climatico”. ANSA/ANGELO CARCONI

 

 

ROMA. – ”Andare oltre le “emergenze” e affrontare i problemi di denutrizione e fame indotti dai “conflitti e dal cambiamento climatico” e “garantire il diritto di ogni essere umano ad alimentarsi secondo le proprie necessità”: un “obiettivo sul quale si gioca la credibilità di tutto il sistema internazionale”.

Con questa sottolineatura si è aperto il discorso di Papa Francesco alla Fao in occasione della celebrazione della Giornata mondiale dell’alimentazione (World Foood Day), intitolata quest’anno “Cambiare il futuro della migrazione. Investire nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”.

Secondo il Papa, che ha donato alla Fao una scultura di marmo raffigurante Aylan, il piccolo profugo siriano annegato davanti alla spiaggia turca Bodrum nell’ottobre 2015, per superare i conflitti, causa di migrazioni e di denutrizione per milioni di essere umani, serve “un impegno totale a favore del disarmo graduale e sistematico previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, come per rimediare alla funesta piaga del traffico di armi”.

La statua donata dal Papa alla Fao: Aylan Kurdi,(ANSA/AP PhotoAndrew Medichini)

Ma Francesco ha battuto il tasto anche sulla correlazione tra povertà-migrazioni e cambiamento climatico. Dobbiamo “proporre un cambio negli stili di vita, nell’uso delle risorse, nei criteri di produzione, nel consumo”, contro gli sprechi, non possiamo pensare “lo farà un altro”.

E’ “necessario sforzarsi in favore di un consenso concreto e pratico per evitare i fatti più tragici” del cambiamento climatico “che ricadono sui più poveri e indifesi”, ha detto il Papa, citando anche l’Accordo di Parigi, ”dal quale, però – ha rimarcato -, alcuni si stanno allontanando.

Riemerge – ha sottolineato – la noncuranza verso i delicati equilibri degli ecosistemi, la presunzione di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta, l’avidità di profitto. E’ pertanto necessario lo sforzo per un consenso concreto e fattivo se si vogliono evitare effetti più tragici, che continueranno a gravare sulle persone più povere e indifese”.

Francesco ritiene inoltre che ”il Patto mondiale per una migrazione sicura, regolare e ordinata” al quale stanno lavorando le Nazioni Unite richiede “una azione intergovernativa coordinata e sistematica di accordo con le norme internazionali esistenti”, ma “impregnata di amore e intelligenza” e “il suo obiettivo è un incontro dei popoli” “e non l’esclusione né la vulnerabilità”.

E sempre in tema di migrazioni il Direttore generale della Fao, Josè Graziano da Silva, ha parlato di 74 milioni di rifugiati nel 2015, 240 milioni di migranti, con una crescita del 40% rispetto al 2000, 740 milioni di sfollati interni nei propri Paesi.

“Sempre più persone migrano perché non hanno altra possibilità – ha detto Da Silva – ecco perché abbiamo deciso di collegare questa giornata mondiale della fame all’agricoltura e allo sviluppo rurale. Bisogna affrontare le cause profonde della fame, bisogna ricostruire ciò che sta intorno alle persone e offrire loro la possibilità di una vita più dignitosa”.

“Gli studi della Fao – ha detto il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina intervenuto alla Fao assieme ad altri ministri del G7 agricoltura che si è concluso ieri a Bergamo – ci dicono che tra le principali cause di migrazione c’è troppo spesso la povertà alimentare, la fame. Una disperazione che spinge ad abbandonare le proprie case in cerca di futuro. C’è un dato che vorrei ricordare: il 75% degli affamati vive in zone rurali. La fame è una questione innanzitutto agricola”.

“E’ evidente quindi – ha osservato Martina – che l’impegno che dobbiamo prendere è contribuire affinché si sviluppino concretamente agricolture più produttive e sostenibili”.

(di Cristina Latessa/ANSA)

Lascia un commento