Padoan difende la manovra, scintille con Camusso

Susanna Camusso.

 

ROMA. – E’ di nuovo scontro fra governo e sindacati, Cgil in testa. Se i tre confederali chiedono insieme un incontro a Gentiloni sulla previdenza, dopo lo stop sull’età della pensione, è il sindacato guidato da Susanna Camusso ad andare giù più duro, puntando il dito contro una manovra colpevole di difendere “lo status quo e le rendite”.

Critiche lunari secondo il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che invece rivendica le scelte compiute e l’attenzione a giovani, per cui si è fatto “il massimo date le risorse limitate” e lavoro: “Mi chiedo – si interroga Padoan – Susanna Camusso che legge di bilancio abbia visto, non corrisponde a questa descrizione”. Una posizione “curiosa”, visto che tra l’altro la manovra contiene anche “ingenti risorse per la lotta alla povertà”.

E mentre anche le opposizioni da destra e da sinistra, bocciano la legge di Bilancio, ad aprire a una modifica molto popolare è il titolare dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Il tema è quello delle fatture a 28 giorni, che “al più presto” devono tornare a 30 giorni. Una misura che con ogni probabilità sarà adottata con un emendamento al decreto fiscale collegato o alla manovra vera e propria.

Nella sua critica la Cgil comunque non è sola. Sul fronte sindacale la Fiom è infatti pronta ad alzare barricate e annuncia già uno sciopero generale (sul quale la stessa Camusso è più prudente), mentre in Parlamento tutte le forze a sinistra del Pd e, per ragioni diverse, il centrodestra, condannano le scelte del governo.

Mdp mette in guardia gli ex alleati: “Senza di noi – fa i conti la capogruppo al Senato Cecilia Guerra – il governo non ha i numeri”. Di qui la richiesta di “un incontro con il Colle per capire come può un governo fare una Legge di Bilancio senza avere una maggioranza consolidata”.

Guardando alle misure poi, fa eco da destra il leader della Lega Matteo Salvini, emerge “una legge grigia di un governo grigio”. E che si possa fare di più, almeno sul fronte del welfare, è la convinzione anche della ministra della Salute Beatrice Lorenzin: l’occasione – assicura – sarà quella dell’esame in Parlamento dove i partiti, a partire da Ap, presenteranno emendamenti.

La dote a disposizione dei parlamentari oscilla tra i 300 e i 450 milioni – cui si potrebbero aggiungere gli introiti della web tax, della cui urgenza è tornato a parlare Padoan definendo “inaccettabile” che le multinazionali del web continuino a “sfuggire” al fisco. Queste risorse in parte potrebbero essere utilizzate per rafforzare la lotta alla povertà e ridurre i superticket.

Le misure devono ancora essere definite e ci sarà tempo visto che l’iter in Senato, da dove quest’anno partirà la sessione di Bilancio, dovrebbe iniziare dopo l’approvazione della legge elettorale la settimana prossima. Considerando che Palazzo Madama sarà impegnato anche con il decreto fiscale, il timing al momento prevede che le votazioni sulla manovra inizino in commissione solo attorno alla metà di novembre.

Che i redditi più bassi siano uno degli obiettivi delle politiche del governo lo hanno d’altro canto sottolineato sia il titolare del Tesoro sia il premier Paolo Gentiloni e oggi tocca alla ministra della P.A Marianna Madia tornare ad evidenziarlo: “finalmente – dice – ci sono le risorse per rinnovare il contratto del pubblico impiego e per sostenere di più i redditi più bassi, anche mentendo gli 80 euro per chi li riceve”.

Un pacchetto di interventi dal respiro corto secondo il M5S che mette sotto accusa l’Esecutivo per non essere intervenuto sul fronte previdenziale attraverso una rimodulazione dell’età pensionabile. Proprio quello che dal segretario generale della Cisl Annamaria Furlan viene definito un “vuoto assoluto”, quello delle pensioni, è il tema sul quale i sindacati chiedono l’incontro a Gentiloni, visto che c’è stata, dice ancora Camusso “una esplicita violazione degli accordi”.