Veronesi: “Generazione in fuga, così non possiamo crescere”

Ragazza con un cartellone "Non è paese per i giovani"
Generazione in fuga. Ragazza con un cartellone "Non è paese per i giovani"
Generazione in fuga, non possiamo crescere.

 

 

ROMA. – “Quello che mi addolora è il rischio che sta correndo questo paese, ovvero di ritrovarsi tra 10 anni, orfano di un’intera generazione di trentenni. In molti non vedranno crescere i propri figli. Nei talk show tutti si affanno nel dibattito sui migranti, ma non si focalizza il vero problema: se arrivano delle persone, se ne vanno tante altre.

E questi altri sono i nostri ragazzi che partono perché in Italia non gli viene data la possibilità di lavorare, di realizzarsi. Non si tratta più della fuga dei cervelli, quelli ci sono sempre stati e poi magari tornano anche indietro. Si tratta di un esodo inesorabile di impiegati, camerieri, elettricisti o ragazzi che sognano di aprire una loro attività ma non ne hanno avuto la possibilità”.

A parlare, raggiunto al telefono dall’ANSA, è il regista Giovani Veronesi interpellato in merito all’ultimo Rapporto Italiani nel Mondo 2017 di Migrantes (ben 124.076 persone sono espatriate, in aumento del 15,4% rispetto al 2015. E ad aumentare sono soprattutto i giovani: oltre il 39% di chi ha lasciato l’Italia nell’ultimo anno ha tra i 18 e i 34 anni +23,3%).

Veronesi nel suo ultimo film ‘Non è un Paese per Giovani’ – ispirato al programma radiofonico di Radio 2 (stesso titolo) da lui condotto – raccontava la storia di due ragazzi che cercano all’estero il loro posto nel mondo. “Partono senza soldi, vanno là, fanno lavori occasionali per un po’ di tempo e poi si rendono conto che la vita in quel posto gli permette di crescere. C’è chi ce la fa, riesce, sfonda, perchè è italiano, si sa muovere.

Dante, Venezia, Roma, Firenze all’estero sono sinonimo di garanzia, anche se magari questi ragazzi non hanno viaggiato o studiato, non conoscono Bernini, Brunelleschi, e Leonardo da Vinci. Ma altri vanno alla ventura e non sappiamo che fine faranno”.

Un ragazzo ha chiamato Veronesi dall’Argentina: “Qui siamo considerati una risorsa, invece in Italia soltanto un peso”. “Non sono un regista politicizzato né un antropologo – osserva il regista -. Nel nostro Paese l’immigrazione ha un effetto. Ma di questo esodo di ragazzi giovani e meno giovani che partono si parla poco o niente. Quello che mi fa arrabbiare di più è quando si dice ‘sono i ragazzi che fanno i preziosi che non cercano lavoro'”.

Una ragazza che era andata in vacanza a Maiorca, aggiunge ancora il regista, ha scoperto che in quella zona i gelati sono cattivissimi. “E’ tornata in Italia, ha proposto al fidanzato l’dea di aprire una gelateria. Lui non era convinto. Lei lo ha lasciato ha imparato a farlo in Italia, tornata a Maiorca in pochi anni ha aperto la più rinomata gelateria dell’isola”. Il regista aggiunge “Io ho vissuto in famiglia questa situazione: tre dei miei nipoti se ne sono andati di casa dall’oggi al domani”.

(di Nicoletta Tamberlich/ANSA)

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