Bce, Bankitalia: quel silenzio che teme la politicizzazione della nomina

Ignazio Visco insieme a Mario Draghi
Mario Draghi e Ignazio Visco
Mario Draghi e Ignazio Visco.

 

 

ROMA.- Mario Draghi, lo scorso maggio, sapeva che la sua presenza alle ultime considerazioni finali di Ignazio Visco sarebbe stata letta come un appoggio alla riconferma a governatore di Bankitalia. Francoforte, allora, sottolineò invece l’importanza di mostrare compattezza e pieno sostegno all’istituzione, nel nome dell’unione bancaria e del Meccanismo di Vigilanza unico.

Se già allora era chiaro che il governatore era sotto attacco da una parte consistente della politica italiana, il silenzio della Bce di questi giorni sembra celare il timore che la mozione del Pd contro il reincarico di Visco getti nell’agone politico una nomina delicatissima: la Banca d’Italia concorre con la Bce alla Vigilanza di un paese i cui crediti in default delle banche sono considerati ancora molto problematici e al top delle classifiche europee. Il rischio è che la scelta finisca per risentire di pressioni, scambi e convenienze piuttosto che ricercare il miglior candidato per gestire l’uscita dalla crisi bancaria e dal quantitative easing.

La Vigilanza unica fra Roma e Francoforte, all’interno di un quadro generale di stretta collaborazione, ha risentito di diversi ‘strappi’ politici. E’ il caso degli stress test già agli esordi, a fine 2014, quando la Bce bocciò tecnicamente le popolari di Milano e Vicenza risultate invece in regola con i criteri di Bankitalia con rafforzamenti patrimoniali dell’ultima ora.

Il Montepaschi ne uscì con le ossa rotte, fra voci che si levavano nella politica italiana a proposito di un trattamento sfavorevole dell’Italia. Per non parlare del questionario della Bce inviato alle banche, che provocò uno scossone in Borsa attirando su Francoforte l’ira di Roma. Lo scorso anno furono le vicende dell’aumento di capitale del Montepaschi ad eccitare gli animi.

Ed è di questi giorni la polemica sulla velocizzazione che Francoforte intende imprimere allo smaltimento delle sofferenze: difesa tanto da Draghi quanto da Visco ma con nuovi malumori in Italia, la misura continua a dividere fino a coinvolgere l’Europarlamento. E’ un quadro nel quale la Vigilanza unica, in attesa di completare l’unione bancaria, ha retto grazie anche alla collaborazione fra le due istituzioni e alla difesa dell’autonomia dalla politica.

In Europa, a Bruxelles come a Francoforte, è inevitabile che ci si domandi quale sarebbe stato l’esito con un governatore scelto dai partiti.

(di Domenico Conti/ANSA)

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