ROMA. – Decine di carcasse di auto rubate, tonnellate di rifiuti dove accanto giocano decine di bambini, un odore insopportabile, nugoli di mosche e nessuna sorveglianza. E’ il campo nomadi di Castel Romano, si trova sulla Pontina a circa 35 chilometri dal centro della Capitale, dove il leader della Lega Matteo Salvini ha compiuto un blitz. “Va raso al suolo – dice -. Ci vuole una ruspa per abbattere quella che è davvero una vergogna, lo vogliono anche loro”.
L’insediamento di Castel Romano si estende su 41 ettari che fanno parte del parco Decima-Malafede: ci sono tre grandi insediamenti autorizzati ed un quarto spontaneo per un totale di 1.300 persone dei quali circa 600 sono bambini. Nelle baracche c’è la luce ma non l’acqua, i nomadi la prendono da tubi allacciati in terra; le fogne sono occluse (ogni giorno appositi camion le vengono a ‘spurgare’) e altri mezzi raccolgono una minima parte dell’enorme quantità di rifiuti che vengono stoccati dall’Ama a Rocca Cencia.
I residenti lamentano presenza di cinghiali, serpenti e tanti cani randagi. “E’ una situazione incredibile – dice Salvini – decine di milioni di euro spesi male per quella che doveva essere una situazione provvisoria ed invece è così da anni. Scabbia, lebbra, rogna, leptospirosi e 500/600 bambini che dovrebbero essere a scuola e invece vivono qui. Ho chiesto se sono disponibili a pagare un affitto, la luce, il gas e l’acqua come tutti gli altri cittadini italiani e loro hanno risposto di sì”.
In realtà i nomadi, intervistati senza la presenza di Salvini, sostengono di volersene andare ma a patto che vengano assegnati loro i fondi europei per il buono casa oppure case popolari. “Spero che in Comune qualcuno si svegli – prosegue Salvini – è una condizione incredibile per chi ci vive dentro e per chi ci vive accanto. Mi domando dove sia il Tribunale dei minori a cui immediatamente mi rivolgerò”.
Per questo campo, secondo il leader della Lega, “sono stati spesi 5 milioni di euro all’anno con affidamento diretto senza appalti e bandi. La gente ci ha mangiato. Mafia Capitale non è uscita per caso. Una parte del terreno è del Comune e una parte è di un privato a cui lo stesso Campidoglio pagava l’affitto”.
All’interno del campo c’è anche quello che doveva essere l’ufficio del Comune, ma è rimasta soltanto la scritta per il resto è abbandonato.
(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)