Referendum: volata finale al voto, occhi su affluenza

Referendum: volata finale al voto, occhi su affluenza
Referendum: volata finale al voto.

 

MILANO. – Ultimi giorni di campagna per i referendum consultivi per l’autonomia di domenica in Lombardia e in Veneto. Se Luca Zaia ha accusato il Governo di voler “impedire ai veneti l’esercizio democratico del voto”, per aver chiesto alla sua Regione di sostenere le spese di circa due milioni di euro per l’ordine pubblico, Roberto Maroni ha incassato l’appoggio pubblico di Silvio Berlusconi.

I due hanno tenuto una conferenza stampa al Piccolo Teatro di Milano, conclusasi con la simulazione del voto elettronico davanti ai fotografi. Il governatore leghista si è anche esposto per la prima volta sul dato di affluenza che a suo avviso potrà fare la differenza, nonostante il quorum sia previsto soltanto in Veneto.

Maroni ha ricordato che nel 2001, al referendum sulla riforma del Titolo V “andò a votare il 34%”. “Mi aspetto – ha aggiunto – di superare quella quota. Ogni voto in più sarà un successo”. Il ragionamento partiva dalle affermazioni di Stefano Buffagni, consigliere regionale del M5S, sostenitore a sua volta del Sì, che in un’intervista al Corriere della Sera si è augurato che “ci sia almeno un voto in più rispetto al referendum sulle trivelle”, che in Lombardia registrò un’affluenza del 30,4%.

Non la vedono, però, così gli avversari. Per il segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri, “un’affluenza sotto il 50% sarebbe un vero flop per Maroni”, visto che “i leghisti erano partiti con il chiedere un plebiscito”. Il duello sull’utilità del referendum è andato in scena anche in un lungo servizio che il New York Times ha dedicato al voto.

“Più gente voterà, maggiore potere contrattuale avrò”, ha ribadito Maroni al quotidiano americano. “Chiedere agli elettori pochi mesi prima delle elezioni se vogliano autonomia – gli ha replicato il presidente Pd dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini – è come chiedere se vogliano bene alla loro madre”.

Nella conferenza stampa con Berlusconi, però, Maroni è stato conciliante con Giorgio Gori, il sindaco Pd di Bergamo, probabile suo sfidante alle regionali del 2018, che è schierato per il Sì: “Se vuole venire con me a trattare a Roma, è il benvenuto, basta che me lo chieda. Sarebbe un valore aggiunto”. Martedì 24 ottobre il Consiglio regionale è già convocato per decidere che cosa chiedere al Governo.

(di Alessandro Franzi/ANSA)