Protesta del capitano di Malta, segna e per Daphne non esulta

Schembri segna all'Atalanta, non esulta In lutto per la giornalista uccisa a Malta
Schembri segna all’Atalanta, non esulta In lutto per la giornalista uccisa a Malta

 

ROMA. – Andrè Schembri gioca a calcio, è l’unico professionista di Malta e porta al braccio la fascia di capitano della nazionale. Ma adesso è un simbolo anche su un altro fronte, quello dell’impegno civile: perché, pur avendo segnato un gol storico per lo sport dell’isola, ha scelto di non esultare.

“Non c’è da festeggiare: sono a lutto per l’omicidio di Daphne Caruana”, racconta all’Ansa all’indomani della rete senza gioia all’Atalanta, in Europa League, la prima in assoluto di un giocatore maltese nelle coppe europee. Quella rete e la mancata esultanza sono diventati un clamoroso gesto di protesta per l’omicidio della cronista. E hanno allargato i confini di un campo di calcio.

“Per tre notti non ho dormito al pensiero dell’attentato che ha ucciso Daphne”, spiega il 31enne attaccante, un passato nei campionati ungherese, greco, tedesco e portoghese, prima di passare ai ciprioti del Limassol: Schembri è l’unico maltese in attività ad essersi guadagnato ingaggi da club professionistici.

Ha guidato due volte la sua nazionale contro l’Italia, nelle qualificazioni a Euro 2016. Padre e nonno giocavano anche loro nella nazionale di Malta, il calcio in famiglia significa tanto. Ma evidentemente non tutto. “Non conoscevo di persona Daphne, ma la sua morte è un lutto per tutta Malta”, spiega il calciatore, la cui protesta sta diventando un caso sui media de La Valletta.

“Amo il mio paese, il mio non è un gesto contro il governo o contro qualche parte politica – prosegue – Ma siamo molto meglio di tutto questo: non siamo terzo mondo, siamo Europa”. Schembri racconta di non aver pensato a quella protesta prima di scendere in campo, a Bergamo. “Tutto mi è venuto spontaneo quando ho segnato il gol del momentaneo 1-1: c’è un lutto, non c’è nulla da festeggiare, semmai dobbiamo tutti insieme rispettare il dolore per la morte di Daphne”.

A difesa della libertà di stampa, dice, “perché in un paese moderno e civile i giornalisti devono poter fare liberamente il loro mestiere. E poi – aggiunge il ‘capitano’ – quella donna era madre di tre figli…Tutto questo è molto più importante di un gol, per quanto storico”.

Subito dopo la serata di Europa League, Schembri ha ricevuto numerosi messaggi, “mi hanno tutti detto che ho fatto bene, erano persone di estrazione diversa. Problemi con la nazionale, d’ora in poi, non penso di averne. Rappresento il mio paese anche nella voglia di dire basta, di dire no a tutto questo”. Con un gol da ricordare per sempre, e non è quello all’Atalanta.

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