Sicilia, corsa al voto utile. M5S schiera big e militanti

Il candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione siciliana, Giancarlo Cancelleri, partecipa a un Forum dell'ANSA, Palermo, 23 ottobre 2017. ANSA/MIKE PALAZZOTTO
Il candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione siciliana, Giancarlo Cancelleri, partecipa a un Forum dell’ANSA, Palermo, 23 ottobre 2017. ANSA/MIKE PALAZZOTTO

 

 

ROMA. – Il voto utile come pomo della discordia e come possibile grimaldello per la vittoria. La Sicilia, a meno di due settimane dal voto, s’infiamma su uno dei fattori più determinanti e volatili delle tornate elettorali italiane. Il voto utile, infatti, viene guardato con attenzione da un po’ tutti i competitor, a partire da Nello Musumeci che, rivolgendosi agli elettori del centrosinistra li invita, in chiave anti-M5S, a votare una coalizione di fatto di segno opposto.

“Il suo invito fa ridere, è evidente che sia preoccupato perché sa di essere indietro”, attacca il candidato pentastellato Giancarlo Cancelleri. Già, perché da qualche giorno il M5S sembra credere in una vittoria che, sondaggi alla mano, sembra ancora difficilissima. Da sabato lo stato maggiore del Movimento, a partire da Beppe Grillo, “calerà” sull’Isola mentre Alessandro Di Battista, “chiama” a raccolta gli attivisti: “fatevi il mazzo, andate casa per casa”.

“Se vinciamo il Rosatellum nasce già morto”, è il refrain che, anche oggi, Luigi Di Maio ripete dalla Sicilia, consapevole di un possibile effetto “anti-sistema” che potrebbe avere la vittoria del M5S. Rosatellum che, tra l’altro, ha proprio nel voto utile un suo possibile tratto caratteristico.

“La sinistra fa morale, divide e aiuta gli avversari”, sottolinea il vice segretario Pd Maurizio Martina da Palermo invitando i siciliani a votare per Fabrizio Micari (“è l’unica alternativa a M5S e centrodestra”) piuttosto che per Claudio Fava, sostenuto da Pd e Ap. “Martina mi ha convinto. Non bisogna sprecare neanche un voto in Sicilia di fronte alla demagogia del M5S e della destra”, è l’ironica replica del segretario di SI Nicola Fratoianni, in Sicilia nei prossimi giorni come praticamente tutti i leader – tranne Matteo Renzi, al momento – dei principali partiti.

E per Fava sbarca sull’isola anche Pier Luigi Bersani. “Io dico che il voto utile in Sicilia e in Italia è quello che consente alla Sinistra di Governo di rialzare i suoi valori”, sottolinea l’ex segretario Dem ribadendo il suo “stop” a “un centrosinistra che fa politiche di destra”.

Chi conta in un effetto traino del referendum lombardo-veneto è invece la Lega. Matteo Salvini, per il rush finale, metterà in campo un lungo tour in Sicilia confermando la virata verso una “Lega Nazionale” del suo partito. E sabato, a Catania, toccherà invece a Silvio Berlusconi tirare la volata a un candidato – Musumeci che, comunque, potrebbe vedersela con il MS5 fino all’ultimo voto. “E’ un bidone garantito”, è l’ultima stoccata che arriva dal grillino Cancelleri.

(di Michele Esposito/ANSA)

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