Gentiloni apre: “Ma niente strappi”. Zaia: “Andiamo avanti”

Si pensa alla manovra
Il premier Gentiloni
Si pensa alla manovra
Il premier Paolo Gentiloni.

VENEZIA. – Il premier Paolo Gentiloni apre al confronto con le Regioni del Nord sull’autonomia, ma invita Luca Zaia ad evitare gli strappi – “l’Italia non si discute” – e vuol capire bene “quali funzioni” vogliono Lombardia e Veneto, e “a quali condizioni”. In ogni caso, ammonisce, il Paese “non ha bisogno di ulteriori lacerazioni sociali, ma di ricucire le lacerazioni provocate dalla crisi”.

Gentiloni parla durante la visita agli impianti Eni di Porto Marghera, nel Veneto che due giorni fa ha ribadito con il referendum di voler ‘meno Stato’ nel proprio territorio. “Guardo con interesse, rispetto e disponibilità – ha detto il premier – alla discussione aperta dei referendum sul tema dell’autonomia. Sono disposto a fare dei passi in avanti. Ovviamente, nei limiti fissati dalle nostre leggi e dalla Costituzione”.

Il primo contatto fra le parti, quindi, c’è stato. E la risposta dei governatori è giunta subito: “leggo in positivo le parole del presidente Gentiloni – ha detto Zaia – Non mancheremo di fare la nostra proposta nell’alveo della Costituzione, che parla non solo di competenze e di federalismo fiscale, ma anche delle modalità della trattativa”.

Sulla stessa linea Roberto Maroni, che ha chiesto ufficialmente al sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa di avviare il negoziato, sulla base dell’art. 116, insieme con l’Emilia Romagna, che ha già approvato la propria proposta il 5 ottobre. I tempi promessi da Bressa per partire sono rapidissimi: “nell’incontro di oggi con il presidente Bonaccini – ha detto il sottosegretario – ho sottolineato la possibilità di accogliere tale proposta a condizione di avviare incontri finalizzati all’unione dei tavoli non oltre la fine della prossima settimana”.

Il presidente emiliano-romagnolo si è dichiarato disposto a seguire questo programma. Ma in realtà, anche se il governo mantiene un atteggiamento di dialogo, questo dialogo deve restare nel perimetro previsto dalla Costituzione. E fonti del Governo confermano che bisogna sgombrare il campo da richieste esorbitanti. Sul tema fiscale, ad esempio, è chiaro che non si possono dare vantaggi a una regione scaricandoli sulle altre.

Ma le problematiche sono soprattutto sui tempi: è chiaro che i dossier sono molto corposi e dunque il lavoro potrebbe durare mesi. E’ improbabile che si concluda entro la legislatura. Sotto i riflettori però resta il presidente veneto Luca Zaia, dopo lo scalpore suscitato dall’annuncio di aver messo a punto non solo il ddl sulle 23 materie per l’autonomia (su cui è competente il Governo), ma anche un ddl costituzionale (competente il Parlamento) per fare del Veneto una Regione a Statuto speciale.

Esattamente il quesito che la Consulta aveva vietato nel referendum. Così Zaia ha approfittato dello studio di ‘Porta a Porta’ per spiegare perchè, a suo avviso, si è innescato un “dibattito strumentale” sulla ‘specialità’. “La partita è diversa – ha detto – Il referendum è stato fatto per l’autonomia. La richiesta di statuto speciale fa parte di una legge regionale che il Veneto reitera ogni anno. Non riguarda il referendum”.

“Qualcuno – ha aggiunto – ha dato altri contenuti ad un ddl d’iniziativa regionale per lo statuto speciale che non c’entra nulla con il referendum. La storia dello statuto speciale il Veneto la reitera ciclicamente”. Zaia ha anche anticipato qualcosa sulle prossime mosse: “le 23 competenza non sono residuali, e si parla anche di federalismo fiscale; chiederemo un tavolo al ministero delle finanze perchè vogliamo la compartecipazione su Iva e Ires”.

Il rumore del referendum veneto rimbomba ancora sulla scena politica nazionale. Così Zaia, sollecitato da Bruno Vespa, ha dovuto confermare una telefonata avuta con Matteo Renzi – “visto che le ha detto della telefonata, saprà anche cosa mi ha detto” ha replicato – aggiungendo di aver “condiviso (con Renzi ndr) una partita, e cioè la necessità di dare una risposta ai cittadini”.

(di Michele Galvan/ANSA)

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