Zaia spinge su 23 materie: “Intesa con questo Governo”

Refferendum in Lombardia e Veneto, si vota il 22 ottobre
Luca Zaia e Roberto Maroni
Refferendum in Lombardia e Veneto, si vota il 22 ottobre
Luca Zaia e Roberto Maroni

 

 

VENEZIA. – ‘Disinnescata’ la miccia del ddl per lo Statuto speciale – “il referendum non è fase propedeutica ad altro, non ci sono altri obiettivi” – Luca Zaia non arretra di un passo sul dossier dell’autonomia, ribadendo che a Roma chiederà tutte le 23 materie previste dall’art.116. “Chiederò tutto quello che è possibile, restando nell’alveo del rapporto istituzionale, senza indietreggiare di un millimetro” ha spiegato al Consiglio Regionale riunito a Venezia.

Il governatore veneto punta a un’intesa già con il Governo Gentiloni. “Spero che Roma corra – ha detto – anche se non sono io dare il timing; ma mi dicono che ci sono i tempi per arrivare già con questo Governo, entro gennaio, all’intesa, per poi andare in Parlamento sulla base di un fatto politico e giuridico”.

E’ invece evidente che Veneto e Lombardia, dopo essere andati assieme al referendum del 22 ottobre, hanno scelto strade differenti per il negoziato. Roberto Maroni, che ha già concordato un percorso con il presidente emiliano-romagnolo Bonaccini, ha annunciato che il tavolo con Palazzo Chigi potrebbe aprirsi intorno al 10 novembre.

Quella è la settimana indicata dal sottosegretario Gianclaudio Bressa. “A me va bene”, ha detto Maroni, confermando a sua volta la voler trattare su tutte le 23 materie, e di aver già chiesto informalmente che il Consiglio regionale “faccia lo sforzo per approvare la risoluzione il 7 novembre”.

Differente il timing del Veneto, che vuol preparare “un disegno di legge ‘sartoriale’, per la peculiarità della partita, portato avanti da una delegazione fatta di tecnici e non di politici. Zaia intende convocare una sorta di ‘Stati Generali’ della regione, chiedendo all’assemblea legislativa di licenziare un disegno di legge, per far arrivare alle commissioni modifiche migliorative. I

l presidente leghista ha invitato le forze presenti a Palazzo Ferro Fini a portare avanti la partita autonomista “tutti assieme”. “Se non dimostriamo di essere compatti – ha detto -, non siamo all’altezza della classe dirigente di una regione come questa”. Sulla diversa strategia rispetto ai lombardi, Zaia ha usato una chiara metafora: “la trattativa è un ‘abito sartoriale’, basata sull’intesa tra Governo e Regione, non tra Governo e Regioni”.

Certo non sarà semplice tradurre in un disegno di legge – “il nostro contratto” l’ha definito Zaia – il voluminoso tomo, diviso in tre corpi, approvato dalla Giunta: le 23 materie, i 9/10 del gettito fiscale per finanziarle e le specifiche competenze, esposte in 58 articoli. “La procedura adottata dal Veneto, sulla base della legge referendaria, è più complicata – ha ammesso Zaia – ma più rispettosa della legge. Il tempo perso prima lo recupereremo dopo”.

E qui è tornato a pestare il tasto dell’autonomia fiscale “di fatto” e non “di diritto”. “Gli esperti – ha ricordato – ci dicono che, restando nell’alveo della legge, applicando l’articolo 119 il federalismo fiscale ci porterà in un regime di fatto, anche se non di diritto, come il Trentino Alto Adige”.

Intanto il ‘virus’ dell’autonomia si propaga da Nord a Sud. Così sul treno federalista chiede di salire anche il movimento “Noi con Salvini Molise”, perchè “anche la più piccola regione d’Italia – parole del coordinatore Luigi Mazzuto – possa trovare forza nell’autonomia e brillare di luce propria”.

Da Napoli gli fa eco l’ex governatore Stefano Caldoro (attuale capo dell’opposizione), per il quale anche la Campania e il Sud hanno diritto a sedersi al tavolo con il Governo, per impedire che il Mezzogiorno “resti isolato e penalizzato”.

(Di Michele Galvan/ANSA)