L’Università inaugura la prima cattedra in “Storia dell’omosessualità”

Storia dell'omosessualità in corso laurea a Torino
Storia dell’omosessualità in corso laurea a Torino

 

TORINO,. – Torino istituisce, prima università in Italia, la cattedra in storia dell’omosessualità. Un corso in diciotto lezioni del Dams, ma che tutti gli studenti potranno seguire, che partendo dall’Ancien Regime si concluderà con una selezione di film e serie tv per riflettere su come i media moderni affrontano il tema.

Non mancano, però, le polemiche, tra cui quella plateale di Forza Nuova, che nella notte ha esposto uno striscione davanti Palazzo Nuovo. “La storia è una cosa seria. L’omosessualità no”, è la scritta affissa ai cancelli della sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino.

“La volgarità di certe reazioni – commenta il rettore Gianmaria Ajani – dimostra quanto bisogno ci sia di conoscenza proprio su questi temi”. A tirare in ballo il rettore in persona è la stessa Forza Nuova che lo invita a “eliminare i crediti formativi per questo inutile corso, onde evitare – aggiunge il movimento di estrema destra – che questo possa diventare il modo per dare un regalino agli studenti ‘political correct'”.

In seconda battuta invita gli studenti di non seguire il corso. Le polemiche attorno all’iniziativa sono scoppiate ancora prima della conferenza stampa di presentazione del corso. Pensato dal professor Antonio Pizzo, docente in Storia dello spettacolo, il corso sarà condotto da Maya De Leo, tra le massime esperte in Italia su temi di genere.

Articolato in 18 lezioni, i partecipanti potranno affrontare l’omosessualità dall’Ancien Règime ai giorni nostri, spaziando dagli Stati Uniti all’Europa, dai movimenti di liberazione degli anni Settanta del Novecento alle politiche sull’Aids in Italia e all’attivismo LGBT+ e queer.

Del senatore di Forza Italia, Lucio Malan, la prima reazione dal fronte politico: “A Torino l’Università ha pensato bene di spendere soldi pubblici per istituire una cattedra in Storia dell’omosessualità che altri non è che l’ennesimo tentativo culturale di educare i nostri ragazzi secondo una direzione ben precisa, escludendo chiunque abbia idee e opinioni diverse”.

Di diverso parere l’assessora ai Diritti della Regione Piemonte, Monica Cerutti che oggi ha espresso la sua “solidarietà e vicinanza al rettore Ajani” e lo invita “a continuare la sua riforma culturale attraverso i cicli di studio e di consapevolezza”.

“Gli studi di genere sono molto radicati e diffusi negli altri paesi, negli Stati Uniti come nel resto de’Europa” è la posizione del rettore Ajani. “La ratio di questa iniziativa – rimarca – è contribuire a fare cultura su questi temi di genere che rappresentano un’ampia area di studio da almeno 20 anni. Intendiamo colmare un vuoto di conoscenza”.

E il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, che accusa Forza Nuova di “intolleranza”, annuncia l’intenzione di dedicare il Giorno della Memoria alle persecuzioni contro gli omosessuali.

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