Visco resta, nocchiere delle banche in gran tempesta

Presidente di Bankitalia, Visco.
Il Presidente di Bankitalia, Ignazio Visco.
Presidente di Bankitalia, Visco.

 

ROMA. – Austero e puntiglioso, napoletano, classe 1949. La sua è stata certamente e si preannuncia anche per il futuro come una delle gestioni di Bankitalia più tempestose, sfidata dai fortissimi venti contrari della crisi, da quella del debito sovrano, che lo ha visto debuttare al timone di palazzo Koch, all’esplosione delle sofferenze e dei fallimenti bancari con la risoluzione di una decina di istituti, da quelli più piccoli a Mps con tutte le polemiche che questo ha originato fino ad esplodere con la mozione del Pd, partito di maggioranza e azionista di riferimento del governo a favore di una discontinuità proprio con il suo operato.

In mezzo il dialogo, talvolta difficile, con le istituzioni europee per arginare gli effetti depressivi che alcuni parametri europei hanno prodotto, secondo autorità e operatori italiani, sugli istituti tricolore.

Ignazio Visco, confermato per il suo secondo mandato di sei anni alla guida di Bankitalia, è arrivato sulla poltrona più importante di Palazzo Koch alla fine di ottobre del 2011 ereditando una carica impegnativa dopo la carismatica guida di Mario Draghi. E non a caso il bis coglie il governatore proprio a Francoforte, da dove è già partita quella che si preannuncia come la prossima sfida per il governatore e per l’economia italiana, il ridimensionamento del quantitative easing garantito finora da Draghi.

Apprezzato e brillante economista, allievo di Federico Caffe’, capo servizio studi della Banca e poi capo economista all’Ocse, Visco è stato dal 2007 vice direttore di Via Nazionale. Da sempre sostenitore della crescita dell’economia, più volte sollecitata con la richiesta di ”decisioni rapide e coraggiose” al governo, ha da sempre raccomandato che questo possa avvenire senza incidere pesantemente sul fisco.

Economista rigoroso e apprezzato, in Italia in modo bipartisan, al momento dell’assunzione dell’incarico più prestigioso del sistema bancario Visco ha sempre goduto di buona reputazione all’estero grazie anche all’esperienza all’Ocse e alle sue attività presso la Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea alle cui riunioni ha partecipato a lungo.

Chi lo ha conosciuto bene in questi lunghi anni a Palazzo Koch ne parla come di un uomo di buone letture, conoscitore profondo della storia. Del resto ha più volte sottolineato l’importanza della cultura e dell’istruzione per rilanciare e migliorare il Paese nel corso delle sue relazioni. Nel 2009 ha dato alle stampe il volume ‘Investire in Conoscenza per la crescita economica’ dove sottolinea appunto l’importanza degli investimenti in questo settore per invertire la perdita di ricchezza e dare slancio all’Italia.

Da sempre attento alla realtà e ai problemi del Mezzogiorno, Visco è nato a Napoli il 21 novembre 1949, è sposato ed ha tre figlie. Prima di arrivare alla carica di vice direttore generale dalla quale sarà scelto dal governo Berlusconi nei suoi ultimi giorni di vita, Visco ha percorso molte tappe nell’istituto centrale italiano: dal 2004 è Funzionario generale (prima come direttore centrale per le Attività estere e dal marzo 2006 come direttore centrale per la ricerca economica).

Le basi della sua carriera le costruisce però studiando a Roma, all’università La Sapienza: nel 1971 si laurea in Economia e commercio con il massimo dei voti e la lode discutendo la tesi ‘Verifica della tesi dell’incorporamento dell’aumento dei prezzi nel tasso d’interesse’, con il professor Federico Caffè da sempre attento ad economia e società.

L’anno successivo è assunto in Bankitalia e compie il periodo di perfezionamento presso la University of Pennsylvania. Al ritorno in Italia, nel 1974, è assegnato al Servizio studi, di cui diviene capo nel 1990. Dal 1997 al 2002 è Chief Economist e Direttore dell’Economics Department dell’Ocse.

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