Trump svela gli ultimi segreti sull’assassinio di Jfk

Il momento dell'attentato a Dallas.
Il momento dell’attentato a Dallas.

 

NEW YORK. – Il misterioso viaggio di Lee Harvey Oswald a Città del Messico, due settimane prima dell’omicidio di Jfk, e gli eventuali legami del killer con i servizi sovietici o il regime cubano di Fidel Castro. Cinquantaquattro anni dopo l’assassinio del secolo, Donald Trump toglie il velo dagli ultimi documenti segreti che riguardano le indagini sull’assassinio Kennedy.

Segreti che fino ad oggi hanno continuato ad alimentare dubbi, misteri e teorie del complotto. Dando voce a chi non crede che il presidente numero 35 della storia degli Stati Uniti sia stato ucciso dal gesto isolato di un uomo. Ma è invece convinto che dietro ci siano Mosca piuttosto che L’Avana, con intrecci che di volta in volta chiamano in causa una Cia deviata e la mafia.

La polemica tiene banco ancora a distanza di oltre mezzo secolo, con la Russia che respinge ogni coinvolgimento dell’ex Urss, e parla di “disinformazione”, di ‘fake news: “Le carte sull’omicidio di Kennedy sono state tenute segrete per diversi decenni, e se adesso bizzarre insinuazioni sulla Russia cominciano a svilupparsi anche su questo tema possiamo solo rammaricarcene”, ha affermato una portavoce del ministero degli esteri russo.

Il presidente americano – che in passato non ha nascosto di essere affascinato dalle tesi complottiste – ha invece alimentato negli ultimi giorni e nelle ultime ore le aspettative, parlando di rivelazioni ‘sorprendenti’. Nonostante storici ed esperti escludano che nelle nuove carte vi possano essere novità clamorose, in grado di cambiare una storia già ampiamente scritta. E che dice che ad agire fu solo Oswald. Nessun mandante occulto, nessun secondo killer in azione.

Simbolico, però, anche il modo in cui Trump ha confermato il via libera alla pubblicazione delle carte che nessuno aveva ancora mai letto, conservate nell’Archivio Nazionale: un tweet postato mentre l’Air Force One stava atterrando proprio a Dallas, su quella pista del Love Field Airport da dove partì il volo che riportò il corpo di Jfk per l’ultima volta verso casa. Poche ore prima, il 22 novembre 1963, il presidente era stato assassinato mentre il corteo presidenziale transitava per Dealey Plaza. Accanto a lui in auto la first lady Jacqueline.

Il disco verde alla pubblicazione delle carte – che scoop o non scoop rappresentano un vivido spaccato del clima della Guerra Fredda all’inizio degli anni ’60 – è arrivato dalla Casa Bianca nonostante le perplessità di una parte dei servizi, secondo cui alcuni contenuti potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale. Ma anche mettere in imbarazzo alcuni personaggi in vista e informatori degli Usa coinvolti nel viaggio di Oswald a Città del Messico.

Ma per saperne di più bisogna attendere che vengano passate al setaccio le migliaia di pagine rese pubbliche grazie alla legge del 1992, varata proprio per contrastare la teoria del complotto all’epoca rilanciata dal film di Oliver Stone ‘Jfk’. Le carte sono state ‘desecretate’ in varie tappe, l’ultima tranche nel luglio scorso, con l’obiettivo di pubblicarle completamente entro i 25 anni dal varo del provvedimento.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)