M5s attacca il Colle. Mattarella: “Mio dovere firmare”

Manifestazione del M5s contro la nuova Legge elettorale . ANSA/ MASSIMO PERCOSSI
Manifestazione del M5s contro la nuova Legge elettorale . ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Fallisce anche l’ultimo tentativo del M5s di provare a convincere il Capo dello Stato a fermare il Rosatellum. Con un attacco dai toni ruvidi ormai abbandonati da tempo nei confronti del Colle, il M5s abbandona la strada del dialogo e punta l’indice nei confronti di Sergio Mattarella.

“Mattarella non è il Vangelo si è già sbagliato una volta firmando una legge incostituzionale. Mi auguro la legga attentamente questa legge perché ha gli stessi vizi dell’Italicum” dice Alessandro Di Battista che accusa Mattarella di “pavidità” senza alcun imbarazzo: “Il Presidente non è Gesù sceso in terra, lo si può criticare” dice.

E’ la replica alla reazione del Presidente della Repubblica che, senza rivolgersi direttamente al M5s, aveva ricordato che l’unica prerogativa che un Presidente della Repubblica può esercitare per fermare provvedimento nel momento in cui arriva al Quirinale per essere promulgato, è quella di trovarsi di fronte a “leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione”.

E questo, anche quando si tratti di un provvedimento che “non condivido appieno”, “anche se la penso diversamente, ho il dovere di firmarlo”. Di più: “guai se ognuno pensasse che le proprie idee personali prevalgono sulle regole dettate dalla Costituzione. La Repubblica non funzionerebbe più” dice rivolto agli studenti delle scuole superiori che ha ricevuto al Quirinale.

Il Capo dello Stato non la cita direttamente – e forse pensa anche ai tanti che nei mesi scorsi lo hanno tirato per la giacchetta sui temi più disparati – ma è il caso della legge elettorale verso cui il M5s ha ripetutamente chiesto, anche con un appello, un suo intervento ‘riparatore’ durante l’iter di approvazione. E a cui, dopo il via libera parlamentare, chiede di non apporre la sua firma ad una legge che considera “truffaldina” e “incostituzionale”.

Dopo la piazza era l’ultima carta che il Movimento pensava di perseguire per provare fino all’ultimo ad affossare il Rosatellum, la legge elettorale che i 5 Stelle considerano scritta con l’unico intento di frenare le loro ambizioni di governo.

Sfumata l’idea di una protesta da portate fin sotto le finestre del Quirinale, giudicata dai vertici pentastellati troppo dirompente per una forza che ambisce a governare il Paese, il M5s aveva infatti deciso di chiedere formalmente, con un’istanza dei capigruppo di Camera e Senato, un incontro con il Capo dello Stato sulla legge elettorale. Ma la risposta anticipata del Capo dello Stato potrebbe a questo punto convincerli a soprassedere dalla richiesta di incontro.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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