Papa: “Basta armi nucleari, l’umanità rischia il suicidio”

Papa Francesco
Papa: basta armi nucleari.

 

 

CITTA’ DEL VATICANO. – L’umanità rischia il suicidio: è preoccupato Papa Francesco per le minacce che arrivano da alcune aree del mondo legate alle armi nucleari e lo ha ribadito recandosi in visita alla sede del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale. Dicastero che ha organizzato un convegno ad altissimo livello per la prossima settimana (10-11 novembre) al quale prenderanno parte rappresentanti dell’Onu, della Nato e undici Premi Nobel per la Pace. Ma il momento più atteso è l’intervento del Papa che aprirà i lavori.

Un’anticipazione è arrivata proprio dalla sua visita a coloro che stanno preparando l’evento. “Parlando delle armi nucleari – ha riferito Flaminia Giovanelli, sottosegretario del dicastero – Papa Francesco ha parlato proprio di questo rischio di ‘suicidio dell’umanità’. Ha pronunciato parole molto forti”.

Sullo sfondo del confronto ai massimi livelli internazionali ci sono le tensioni che arrivano dalla Corea del Nord contro altri Paesi, a partire dagli Stati Uniti. Ma non c’è in questa vicenda “una mediazione” della Santa Sede. E’ “falso”, ha chiarito il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke, dopo che notizie di stampa riferivano di un possibile intervento della Santa Sede, e del Papa in persona, sulla vicenda.

“Il Santo Padre lavora con determinazione – prosegue il suo ‘portavoce’ – per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari, come lui stesso ha ribadito lo scorso mese di marzo in un messaggio indirizzato all’Onu riunita a tale scopo. Proprio per questo ci sarà questo importante convegno, ‘Perspectives for a World Free from Nuclear Weapons and for Integral Development'” al quale parteciperanno per la Santa Sede il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, e il Prefetto del Dicastero per lo Sviluppo che organizza l’evento, il cardinale Peter Turkson.

Tra gli organizzatori c’è il delegato del Papa per il disarmo nucleare, monsignor Silvano Tomasi: “La crisi scoppiata nella penisola coreana ha sensibilizzato l’opinione pubblica che, dopo la guerra fredda, si era distratta sull’esistenza di circa 20mila bombe atomiche nel mondo”.

Tomasi, confermando che non esiste una mediazione della diplomazia vaticana sulle tensioni in atto tra Kim Jong-un e Trump, non esclude però che, alla fine del confronto che vedrà sul tema degli armamenti nucleari persone di così alto livello, emerga anche la possibilità di porre le basi per “una nuova formula di mediazione tra Corea del Nord e altri Stati”.

Ma non c’è solo la penisola coreana, anche altre aree del Paese sono polveriere a rischio. Come il Medio Oriente che, nel corso dei lavori del convegno vaticano, vedrà dei focus particolari e anche un aggiornamento sulla situazione in Siria, ancora non pacificata, con la partecipazione dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan De Mistura.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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