Risparmio: al Nord sale la fiducia. Al Centro-Sud si arranca

Risparmio: accumulando monete
Risparmio: accumulando monete
Risparmio: al Nord sale la fiducia

 

 

ROMA. – Mentre il Btp decennale vince la prova asta e scende sotto il 2% (un risultato atteso, dopo che Standard & Poor’s venerdì ha migliorato il rating dell’Italia), timidi segnali di ottimismo si trasferiscono anche nella percezione degli Italiani. Secondo la corposa indagine Acri-Ipsos “Gli Italiani e il Risparmio”, gli Italiani, per la prima volta, si sentono meno schiacciati dalla crisi e iniziano a guardare al futuro con un po’ di fiducia.

Secondo l’indagine, la percentuale dei “fiduciosi” (22%) supera di 10 punti gli “sfiduciati (12%), diminuiscono le famiglie colpite direttamente dalla crisi (19% rispetto al 28% del 2016) e i soddisfatti (56%) superano gli insoddisfatti (44%), c’è persino un 6% che dichiara che la sua situazione economica è migliorata, diminuiscono, ma sono ancora il 42% (44% nel 2016), coloro che hanno avuto difficoltà a mantenere il proprio tenore di vita.

Il vento dell’ottimismo si ferma però alla linea del Po: la ricerca registra una preoccupante spaccatura fra Nord e Centro Sud, dove la situazione è addirittura in peggioramento rispetto al 2016. Se nel Nord-Ovest i soddisfatti schizzano al 69% (ben 16 punti in più rispetto al 2016) e nel Nord-Est salgono a 64% (6 punti in più); nel Centro i soddisfatti scendono a 52% (da 55% del 2016) mentre al Sud i soddisfatti crollano a 43% (tre punti in meno rispetto al 46% del 2016).

Un altro dato che dovrebbe dar da pensare è il sentimento dei giovani fra i 18-30 anni, quelli che lo scorso hanno vedevano rosa erano il 26%, quest’anno sono solo il 18%, mentre recuperano fiducia i 31-44enni (da 10 a +19%). Due dati che si riverberano sulla propensione al risparmio: i 18-30enni risparmiano di più (41%) mentre le persone fra 31 e 44 anni hanno risparmiato meno (6 punti sotto la media).

Un altro segnale del calo dei timori per la crisi è la ripresa dei consumi anche a dispetto dei risparmi. Nonostante permanga l’alta propensione al risparmio (86% a fronte di 88% nel 2016), torna a livelli pre-crisi (12%) la quota delle cicale che preferiscono godersi la vita senza pensare a risparmiare.

D’altra parte fra le “formiche” sono in risalita (da 5 a 6%) quelli che pensano di risparmiare di più e aumentano al 28% (da 25%) le famiglie che non saranno costrette a fare debiti per far fronte alle spese. Inoltre sono sempre di meno (da 21% a 16%) le famiglie che saranno costrette ad intaccare i risparmi o fare debiti.

Quanto alla gestione dei risparmi, il 54% sono soddisfatti di come gestiscono i propri risparmi, anche se ammettono la propria ignoranza e solo il 36% ritiene di essere in grado di individuare l’investimento adatto alle proprie esigenze. “La liquidità” (essenzialmente mantenere i risparmi sul conto o su un libretto) rimane la scelta principe e continua a salire (2 italiani su 3).

Resta altissima, benché in calo, la sfiducia degli italiani sulla tutela dei propri investimenti da parte di legge e regolamenti. Secondo l’indagine il 66% del campione “ritiene che gli strumenti di tutela (del risparmio ndr.) siano inefficaci”. Quanto alla fiducia nelle banche questa è generalmente bassa (21%), mentre la fiducia verso la propria banca resta forte (64%) ma, dopo i recenti crac, in forte calo (era 75%).

(di Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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