Gentiloni pensa al dopo manovra, nodo Ius soli e fiducia

L'arrivo del Presidente Gentiloni a Riad
L’arrivo del Presidente Gentiloni a Riad

RIAD. – Far approvare la manovra economica resta la priorità di Paolo Gentiloni e del Quirinale. Da Riad dove il presidente del Consiglio si trova in visita ufficiale (tour diplomatico che lo porterà anche a Dubai, Abu Dabhi e Qatar) gli echi della politica nazionale sono solo apparentemente lontani ma l’approdo della legge di Bilancio a palazzo Madama viene comunque monitorata con attenzione.

Nessuna preoccupazione per i numeri: “ci saranno”, è la convinzione del capo del governo che invita a “tenere d’occhio l’interesse generale del Paese”. Ma è il ‘dopo legge di bilancio’ l’interrogativo che inizia a venir fuori nel dibattito politico, un tema inevitabilmente legato alla fine della legislatura.

Se dal Colle si ricorda che non è certo il capo dello Stato a poter sciogliere d’imperio le Camere anticipatamente, per il Governo il “carnet” è potenzialmente pieno. Soprattutto contiene leggi su cui l’attenzione è alta così come le divisioni all’interno dei partiti della stessa maggioranza.

Il presidente del Consiglio preferisce non fare previsioni sull’approvazione delle leggi ‘in coda’: “Che sia possibile lo vedremo, che noi ci lavoriamo è sicuro”, ribadisce il capo del governo pensando soprattutto alla legge sullo ius soli. Una legge che probabilmente piace al presidente Mattarella ma che certamente è profondamente divisiva, soprattutto alla vigilia di elezioni politiche.

Una legge di principio che richiederebbe un ulteriore voto di fiducia, un ennesimo strappo da consumarsi in zona Cesarini sul quale il Colle non interviene ma osserva con preoccupazione. Ma non solo, c’è la legge sul fine vita – altro provvedimento che fa vibrare corde etico-religiose – che aspetta di conoscere il proprio destino così come quella sui vitalizi, ‘cavallo di battaglia’ del segretario del Pd Matteo Renzi che ha ancora insistito sulla necessità di approvarla.

Ma non è un mistero che da tempo il segretario del Pd spinga per accelerare la chiamata alle urne con un timing mai smentito che vedrebbe le elezioni anticipate – seppur di poco – ai primi di marzo. Timing ormai metabolizzato dal Quirinale dove si guarda con forse maggiore preoccupazione all’inerzia di un Governo con maggioranze variabili che a uno scioglimento di Camere ormai agli sgoccioli.

Gli occhi sono dunque puntati sulle scelte di Palazzo Chigi e del Pd una volta conclusa la sessione di Bilancio. In base alle determinazioni del governo Sergio Mattarella procederà con lo scioglimento delle Camere che di fatto avviano l’iter per arrivare alle elezioni. Ecco perchè, si ragiona al Colle, i tempi della legislatura dipendono dall’esecutivo e dalla sua capacità di agire. Il file sarà aperto dal premier una volta rientrato in Italia.

Intanto Gentiloni prosegue nell’azione internazionale per valorizzare il ‘sistema Italia’, anche attraverso questo tour diplomatico iniziato in India e che si concluderà in Qatar. Una delle tappe centrale della missione è sicuramente l’Arabia saudita e l’incontro con il principe ereditario Mohammad bin Salman.

Ed è proprio il progetto messo in cantiere dalla nuova leadership saudita un’occasione che detta del capo del governo l’Italia no può lasciarsi sfuggire. Si tratta, spiega il premier di “uno dei maggiori investimenti nel mondo” ed esserne fuori per l’Italia che ha una storica presenza nel Paese “ed il più vicino tra in grandi player occidentali sarebbe un errore.

(Dell’inviata Yasmin Inangiray/ANSA)

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