La tragedia dei 5 amici argentini uccisi a New York

New York: viaggio finito in tragedia per 5 argentini © ANSA
New York: viaggio finito in tragedia per 5 argentini © ANSA

BUENOS AIRES. – Un viaggio nella ‘Grande Mela’ per parlare del futuro, ma anche dei tanti ricordi del passato, finito in tragedia. Cinque ex studenti dell’Istituto Politecnico di Rosario sono tra le vittime dell’attentato a New York, dove si erano recati per festeggiare il diploma ottenuto 30 anni fa. Del gruppo di amici ‘rosarinos’, tutti architetti o imprenditori quasi cinquantenni, facevano parte anche altri cinque professionisti sopravvissuti per miracolo, anche se uno di loro, Marin Marro, è ricoverato in un ospedale di Manhattan.

Per tutti, la gita organizzata era un sogno che stavano organizzando ormai da un anno. Erano partiti dall’aeroporto di Rosario sabato pomeriggio. Arrivati a New York, avevano visitato Boston, dove vive Marro, poi il ritorno a New York e la decisione di fare una passeggiata in bicicletta nell’area ciclabile a Lower Manhattan: è stato contro di loro, e non solo, che si è lanciato il furgoncino bianco guidato dal killer, Sayfullo Saipov.

Le prime notizie che cinque delle otto vittime erano argentine sono giunte a Buenos Aires in tarda serata. Poco dopo è arrivata la conferma del ministero degli Esteri, che ha dato i loro nomi: Hernan Mendoza, Diego Angelini, Alejandro Pagnucco, Ariel Erlij e Hernan Ferruchi.

A raccontare quegli attimi di follia a Manhattan è stato uno dei superstiti, Ariel Benvenuto, che ha telefonato alla moglie Cecilia per avvisarla della tragedia e dirle che lui era vivo. “Volevano fare una passeggiata nella zona di Central Park e poi arrivare fino al ponte di Brooklyn – ha detto la donna -. Nel momento dell’attacco erano divisi in due gruppi di cinque: è toccato a quelli che si trovavano più sulla destra. Mi ha detto che il furgone correva a 150 km orari e che gli è passato vicinissimo, a 20 centimetri. Ariel si è girato, ha visto il veicolo e gli amici sparsi in terra. Ha subito capito la gravità della situazione perché il furgone è letteralmente passato addosso al gruppo. Chi lo guidava continuava ad accelerare”.

Tra gli studenti diplomati nell’87 all’Università di Rosario, che oggi ha disposto tre giorni di lutto, c’erano anche Jorge Nid e Ricardo Berlot: dovevano far parte del gruppo di New York, poi hanno lasciato perdere. Nid oggi ha raccontato alla stampa che ad avvisarlo del dramma è stato Ivan Brajkovic, un altro dei sopravvissuti.

L’imprenditore Ariel Litje, una delle vittime, era stato tra i più attivi nell’organizzare il viaggio. Aveva pagato i biglietti di alcuni degli amici e fatto stampare la scritta ‘Libero’ nella maglia che tutti i dieci ex studenti di Rosario indossavano nella foto scattata sabato in aeroporto poco prima di imbarcare alla volta di New York.

Come tanti degli altri ex ‘ragazzi’ del Politecnico Ariel, aveva dei figli. Quello del gruppo argentino è stato lo stesso destino della 31enne belga Ann-Laure Decadt, mamma di due bimbi di 3 anni e di 3 mesi: anche lei stava visitando la città in bicicletta fino al momento in cui è finita travolta dalla follia del killer.

(di Martino Rigacci/ANSA)