Renzi a Chicago da Obama: “Il cambiamento non si ferma”

Abbraccio Obama Renzi
Abbraccio Obama Renzi

 

CHICAGO. – “In Italia e in Europa viviamo un momento di incredibili cambiamenti strutturali. E il cambiamento non si può fermare, che piaccia o no”. Matteo Renzi sta parlando a un gruppo di giovani che partecipano ai lavori della Fondazione Obama. Al suo fianco c’è Caroline Kennedy, la figlia di Jfk che è stata ambasciatrice Usa a Tokyo.

Ma improvvisamente nella stanza entra Barack Obama: “Il problema è che bisogna coinvolgere di più i giovani in politica. Proprio come abbiamo fatto io e Matteo”, spiega. Il feeling tra i due appare tutt’altro che appannato. Basta osservare i gesti, gli sguardi per capire che è più vivo che mai.

Del resto Renzi era stato l’ultimo capo di governo ad essere ricevuto alla Casa Bianca con tutti gli onori prima dell’arrivo di Donald Trump. E nel maggio scorso a Milano Barack e Matteo si erano rivisti proprio nei giorni in cui Renzi è stato rieletto segretario del Pd. Ora a Chicago il nuovo incontro.

Tanti in due giorni i momenti di contatto tra i due. Poi un vero e proprio faccia a faccia per discutere più seriamente delle rispettive agende. Così il rapporto tra i due si rafforza, in un momento in cui l’ex presidente è chiamato a venire ancora una volta in soccorso dei democratici americani che nell’America di Trump soffrono di una grave crisi di leadership e l’ex premier è impegnato in una difficilissima campagna elettorale, alla ricerca di alleati e anche di un recupero di gradimento, se si sta a sondaggi come una rilevazione di Ixè, secondo cui il segretario avrebbe capacità attrattiva inferiore a quella di Paolo Gentiloni anche fuori dell’elettorato Pd.

L’asse tra Obama e Renzi si fonda su due obiettivi da perseguire su entrambe le sponde del’Atlantico: rilanciare la fiducia nella politica e, come conseguenza, battere tutti i populismi. “La politica deve diventare più attraente per coinvolgere sempre più persone, come avvenuto nelle campagne elettorali mie e di Matteo”, afferma Obama, sottolineando “la necessità di rafforzare l’idea che la politica può fare la differenza”, l’imperativo di “battere il cinismo dei giovani per riportarli a votare”.

Poi anche un ‘rimprovero’ alla stampa: “Anche i media non devono rafforzare l’idea di una politica che non dà le risposte che servono. Io e Matteo abbiamo raggiunto molti più risultati di quanto non si sia letto o ascoltato”, aggiunge sorridendo.

Anche per Renzi la politica conta, e la sua qualità va migliorata con un maggiore coinvolgimento dal basso. E trasmettendo un messaggio di ottimismo sul futuro contro chi vuole puntare tutto sulla paura. Solo così si battono i tanti populismi. “Con un gruppo di giovani decisi di rischiare e di candidarmi a sindaco di Firenze contro l’establishment del partito”, ricorda: “Abbiamo rischiato ed abbiamo vinto”.

Lo stesso – prosegue – è accaduto “quando sono diventato il premier più giovane della storia d’Italia”. “Anche oggi dobbiamo rischiare, con un messaggio politico che sia chiaro, e non cavalcando le preoccupazioni, le ansie della gente. Perchè se vivi nella paura – sottolinea Renzi – costruisci i muri. E se costruisci i muri distruggi la comunità”. E questo è lo stesso messaggio con cui Obama torna sul palcoscenico della politica.

(dell’inviato Ugo Caltagirone/ANSA)

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