Papa: “Dalle guerre solo cimiteri, non si impara la lezione”

 

CITTA’ DEL VATICANO. – Il cimitero americano di Nettuno e le Fosse Ardeatine, “due tappe di memoria e di suffragio per le vittime della guerra e della violenza. Le guerre – ammonisce il Papa latinoamericano – non producono altro che cimiteri e morte, ecco perché ho voluto dare questo segno in un momento in cui la nostra umanità sembra non aver imparato la lezione o non voler impararla”.

E’ molto chiaro papa Bergoglio, nello spiegare i propositi che lo animano nel pellegrinaggio di domani al cimitero che raccoglie le spoglie di 7.861 americani, anche crocerossine, caduti in Italia durante la Seconda guerra mondiale e alle cave di pozzolana sull’Ardeatina, dove il 24 marzo del ’44 furono uccisi con un colpo di pistola alla nuca 355 italiani, civili e militari, compresi 75 ebrei, nella strage che segnò di fatto la fine della resistenza dei romani contro il nazismo.

Papa Francesco ha fissato da tempo questo pellegrinaggio “di memoria e di suffragio” e oggi, nell’Angelus della festa di Ognissanti, ha spiegato cosa lo ha spinto a compierlo. Parole molto chiare, che collegano i suoi propositi alla minaccia nucleare nuovamente innescata dalla Corea del Nord ed evidentemente sottovalutata dalla amministrazione degli Stati Uniti.

Contro la escalation nucleare papa Francesco ha indirizzato nel mese di marzo un messaggio all’Onu e ha indetto per il 10 e 11 novembre in Vaticano il convegno “Perspectives for a World Free from Nuclear Weapons and for Integral Development”. Tutti segni di una attenzione costante ai rischi che l’umanità sta correndo, e di opposizione concreta a politiche aggressive, o miopi, o reattive.

Papa Francesco nell’Angelus, davanti a circa 25 mila persone, ha inoltre attinto alla attualità per un appello contro i “terroristi” che uccidono in nome di Dio: lo ha fatto deplorando “gli attacchi terroristici – ha detto – di questi ultimi giorni in Somalia, Afghanistan e ieri a New York. Nel deplorare tali atti di violenza, – ha aggiunto – prego per i defunti, per i feriti e i loro familiari. Chiediamo al Signore che converta i cuori dei terroristi e liberi il mondo dall’odio e dalla follia omicida che abusa del nome di Dio per disseminare morte”.

Non è la prima volta che papa Francesco rivolge appelli “multipli”, e il fatto che alla deplorazione per i morti di ieri pomeriggio a New York abbia aggiunto quella per gli attentati terroristici dei giorni scorsi in Somalia e Afghanistan è una ulteriore sottolineatura del fatto che se le persone hanno tutte pari dignità, anche i morti hanno pari dignità.

Prima dell’Angelus invece il Papa ha spiegato che i santi “non sono modellini perfetti”, ma persone che hanno vissuto le beatitudini”, e che le beatitudini “non richiedono gesti eclatanti, non sono per superuomini, ma per chi vive le prove e le fatiche di ogni giorno”, “i santi respirano come tutti l’aria inquinata dal male che c’è nel mondo, ma nel cammino non perdono mai di vista il tracciato di Gesù”, “non solo i santi del calendario, ma tanti fratelli e sorelle ‘della porta accanto’, che magari abbiamo incontrato e conosciuto. È una festa di famiglia, di tante persone semplici e nascoste che in realtà aiutano Dio a mandare avanti il mondo”. ([email protected]) (ANSA).