Assemblaggio automobili in picchiata: 98,8%

Una catena di montaggio nell'industria automobilistica
Una catena di montaggio nell'industria automobilistica
Il settore automobilistico versa in grave condizioni
Il settore automobilistico versa in grave condizioni

CARACAS.-  Il settore dell’automobile è in gravi condizioni. Favenpa, la camera del settore dell’industria automobilistica nazionale, ha dichiarato che si trova al bordo di un collasso.

Secondo Favenpa, l’industria dell’automobile in Venezuela ha avuto una contrazione pari al 98,8% negli ultimi 10 anni. Ovvero, la rovina quasi totale. E per evitarla completamente, Favenpa ha segnalato alcuni suggerimenti all’esecutivo.

Perché il governo, ad esempio, ha preferito importare automobili invece di investire nel settore produttivo nazionale.

A questo riguardo, Favenpa suggerisce al governo di bloccare l’importazione per tre anni e saldare il debito che  sostiene con il settore dei fabbricanti nazionali. Sono ben 506 i milioni di dollari che non si assegnano dal 2014.

José Luis Hernández, presidente della giunta direttiva della camera, ha, inoltre, suggerito che bisogna combattere l’inflazione per ricuperare il potere di acquisto della gente. Hernández, condivide l’opinione che bisognerebbe liberare il sistema cambiario e garantire la fornitura di materia prima e dei fattori di produzione impiegati nel settore dell’ automobile.

La contrazione del 98,8% è risultata -secondo Hernández-  paragonando i primi tre mesi del 2007 con quelli del 2017.  Nel 2007 si sono assemblati 131.419 auto mentre nel 2017la cifra è scesa a 1.409. Una cifra spaventosa che indica l’andamento disastroso dell’economia del paese.

Il direttore ha aggiunto che il paese avrebbe la capacità per produrre 250.000 unità ma questa tenuta ha perso più del 60%.

Il settore dei ricambi è in piena crisi

L’assemblaggio non è l’unico settore in sofferenza. Anche quello dei ricambi. Difatti, Favenpa e le camere del Trasporto e dei Meccanici hanno messo insieme i loro dati, e stabilito che circa 900.000 unità sarebbero ferme. Veicoli fermi per la mancanza di ricambi, assicurazioni e disponibilità per ricuperarli. Una catena nella quale un anello tira l’altro fino a spezzarsi.

La mancanza di ricambi la collegano con la mancata fornitura di acciaio e alluminio, necessarie, secondo la camera per impulsare il settore.

Ad esempio, la fornitura di acciaio è stata inferiore al 5% del fabbisogno. Tra gennaio e settembre erano necessarie più di 60.000 tonnellate e se ne sono ricevute poco meno di  3.000.

A l’alluminio non è andata meglio. C’era bisogno di 350 tonnellate e invece sono state consegnate appena 50.

E peggio ancora è andata all’assegnazione di valuta per affrontare costi di operatività e produzione. Le aste di Dicom hanno aiutato molto poco: 38 affiliati hanno ricevuto appena 8 milioni di $. Troppo poco per riavviare il settore stabilmente. E nulla per riagganciare i fornitori internazionali che non fanno credito visto l’inadempienza dei pagamenti.

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