Maratona di New York blindata, tremila gli italiani

NEW YORK. – Tutto pronto ai blocchi di partenza per la corsa più famosa del mondo: oltre 50 mila concorrenti si preparano a percorrere i 42 km attraverso i cinque distretti di New York, circondati da un pubblico di 2,5 milioni di spettatori. E ci saranno anche tremila italiani, il secondo gruppo più numeroso dopo gli americani: “La carica dei 3.002”, come li ha definiti il Console Generale a New York, Francesco Genuardi, che gli ha dedicato un evento in Consolato.

Dopo l’attentato a Tribeca, la 47esima edizione della gara sarà blindata: lungo il percorso ci saranno più agenti in divisa e in borghese, più cecchini e squadre armate, camion pieni di sabbia e barriere per evitare attacchi con l’uso di veicoli, come avvenuto sulla pista ciclabile lungo l’Hudson.

“E’ l’occasione per riaffermare con forza l’importanza della libertà dalla paura”, ha spiegato Genuardi, che quest’anno ha organizzato un ‘italian corner’, sulla Fifth Avenue tra la 91esima e 92esima Strada, prima dell’ingresso a Central Park, per darsi appuntamento e tifare i runner tricolore.

“Per me è la settima volta alla maratona di New York, ma quest’anno ha un significato particolare, ed è ancora più importante essere qui, per quanto mi riguarda senza esitazioni”, ha detto durante l’evento il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi. “E’ la giusta reazione di normalità e di voglia di vivere all’ennesimo attentato – ha aggiunto – New York dimostra la sua resilienza e la capacità di andare avanti, è un messaggio molto importante: correremo contro il terrore”. A ‘sfidarlo’ ci sarà, come da tradizione Maurizio Lupi, capogruppo di Ap alla Camera.

In Consolato presenti, tra gli altri, anche Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, Gianni Poli, vincitore nel 1986 della corsa, e Franca Fiacconi, vincitrice nel 1998. E Leonardo Cenci, 45enne perugino presidente di Avanti Tutta Onlus, che da anni combatte contro il cancro e quest’anno punta a diventare l’unico al mondo ad aver corso e concluso due maratone (la prima nel 2016) con un tumore in atto.

“La mia storia è una sfida affrontata come lo sport mi ha insegnato – ha spiegato Leonardo – con la voglia di lottare senza scoraggiarsi, con determinazione e forza di volontà”.

(di Valeria Robecco/ANSA)

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