Confronto Renzi-Di Maio su La7, è scontro sulle banche

Confronto Renzi-Di Maio su La7
Confronto Renzi-Di Maio su La7

ROMA. – L’accelerata di Matteo Renzi alla vigilia del voto siciliano apre di fatto la campagna elettorale del segretario dem per le politiche. Il sì al confronto tv con il candidato premier grillino Luigi Di Maio e il nuovo affondo sulle banche stanno oggi sul piatto della bilancia. Azioni che fanno da contrappeso ai rumors degli avversari su una probabile debacle del Pd in Sicilia, da imputare direttamente al segretario mettendone in discussione premiership e leadership.

Ma Renzi non sta fermo. Offre il petto al confronto televisivo con i 5stelle e stoppa la querelle sull’opportunità di svolgerlo su La7 di Urbano Cairo, per scelta esplicita del competitor Di Maio, piuttosto che sulla rete ammiraglia Rai, dagli ascolti 4 volte superiori.

“Noi avremmo preferito confrontarci in una delle trasmissioni del servizio pubblico – taglia corto – ma Di Maio ha scelto di sfidarci e ha scelto il luogo del confronto, Floris: fine della telenovela, noi accettiamo la sfida. Martedì sera Renzi sarà alle 21.30 in studio da Floris”.

A chi lo vuole ripiegato e malmostoso, a compulsare previsioni di dati ad una solo cifra in Sicilia e a ragionare persino sul posticipo delle politiche a primavera, Renzi ribatte alzando il tiro. Ai grillini vuole sfilare il tema della difesa dei cittadini rovinati dalle banche. Perciò chiede che “chi ha sbagliato paghi” e incontra in un faccia a faccia durato almeno 20 minuti Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione di inchiesta, scatenando le ire delle opposizioni.

Renzi vuole affrettare il passo per giungere a conclusioni spendibili, ora che Grasso e Boldrini hanno ricordato che il gong suonerà con lo scioglimento delle Camere. Un interventismo poco gradito tra gli avversari grillini e del centrodestra ma anche, si racconta, ai piani alti di qualche palazzo istituzionale.

M5s si indigna: “Perché Casini incontra Renzi in privato in Toscana? È emerso che i due avrebbero parlato dei lavori della Commissione d’inchiesta sulle banche e di possibili convergenze elettorali. Già il semplice incrocio dei due temi rasenta lo scandalo”, “si fa dettare un’agenda della commissione a uso e consumo del segretario Pd? O passa all’incasso, dati i suoi servigi, in vista delle prossime elezioni?”.

Ma Casini ribatte: “I 5 stelle stiano sereni: se ci fosse stato qualcosa di riservato non avrei visto Renzi davanti a centinaia di persone”. Anche Giorgia Meloni, leader di Fdi, promette che chiederà conto dell'”inopportuno” incontro tra Renzi e Casini. Sbigottiti anche in Sinistra Italiana: “Allucinante. Che metodi sono questi? Dov’è il rispetto minimo per la credibilità delle istituzioni? Siamo ai pizzini mediatici”, attacca Giovanni Paglia.

Parole pesanti anche quelle usate da Mdp, che in Sicilia punta al sorpasso del suo candidato Fava sul Pd Micari, per aprire la resa nei conti tra i dem e lo scontro su Renzi premier (con Gentiloni, Minniti, Franceschini, Delrio come possibili competitor). “E’ intollerabile l’idea di buttare Bankitalia e la discussione sulle banche dentro una campagna elettorale scomposta, è pericoloso e non si dovrebbe fare”, punta il dito perciò Roberto Speranza.

Di certo, dopo la Sicilia, in molti chiederanno a Renzi di ridiscutere il perimetro della coalizione. Il segretario non scopre le carte ma sembra pronto a parlarne, in una direzione a breve. E il vicesegretario Maurizio Martina apre: “Il PD non cerca alchimie elettorali ma un percorso nuovo di coalizione per il centrosinistra. Bisogna unire le forze anziché dividersi e questo dovrebbe essere l’imperativo per tutti quelli che non vogliono consegnare l’Italia a Berlusconi, Salvini, Di Maio e Di Battista”. Parole chiare, a poche ore dal voto siciliano.

(di Milena Di Mauro/ANSA)