Mostre: per tre mesi Michelangelo superstar al Met

 

 

NEW YORK. – Con 133 disegni, tre sculture e il suo primo dipinto da aspirante artista dodicenne, il Metropolitan Museum entra per tre mesi nel mondo di Michelangelo. “Una mostra così capita una sola volta nella vita”, ha detto Dan Weiss, il presidente del museo newyorchese che ha avuto accesso a prestiti di delicatissimi materiali da 48 musei e collezioni private negli Stati Uniti e in Europa.

“Oltre 50 pezzi solo dall’Italia”, ha detto all’ANSA la curatrice della mostra Carmen Bambach enumerando tra gli altri gli Uffizi, il Bargello, Casa Buonarroti a Firenze, il museo di Capodimonte a Napoli, la Biblioteca Vaticana e la Fabbrica di San Pietro di Vaticano.

“I 500 anni che ci separano da Michelangelo svaniscono come per incanto: per i tre mesi dell’esposizione avremo il privilegio di entrare nel suo mondo e di avvicinarci a un genio assoluto nella storia dell’arte”, ha detto Bambach, che nel 2003 ha realizzato la grande mostra del Met su Leonardo e per la quale mettere assieme la nuova esposizione sul “divin disegnatore” è stato “un sogno che diventa realtà”.

I prestiti sono di altissima qualità. Ci sono voluti otto anni per mettere insieme la mostra – la più grande della storia per i disegni di Michelangelo, ha detto Weiss – che dal 13 novembre al 12 febbraio presenterà anche opere di collaboratori di Michelangelo come Daniele da Volterra e Sebastiano dal Ponte, con cui l’amicizia finì quando suggerì al Buonarroti di dipingere in olio il soffitto della Sistina.

Dal Museo Bonaccorsi di Macerata è arrivato un ritratto su cuoio attribuito a Federico Zuccari che raffigura l’artista nella posa della celebre scultura dedicata a Mosè con gli strumenti dell’architettura e della scultura ai piedi. Dal Bargello due sculture “non finite”: l’Adamo/David e il Bruto. Michelangelo le realizzò per fiorentini anti-Medici in esilio a Roma.

I prestiti internazionali comprendono anche la serie completa di disegni creati per l’amico Tommaso de’ Cavalieri e un cartone monumentale per l’ultimo affresco in Vaticano. In mostra anche il primo quadro di Michelangelo, “Il Tormento di Sant’Antonio”, creato quando l’artista bambino aveva 12 o 13 anni: acquistato dal Kimbell Art Museum di Forth Worth da Sotheby’s a Londra nel 2008, fu esposto al Met per la prima volta nel 2009.

Come per tutte le mostre del Met l’obiettivo è allargare il dibattito mettendo insieme opere che non erano mai state viste fianco a fianco. “Michelangelo usa il disegno in vari modi, dai primi schizzi appena abbozzati ai disegni finiti prestati dalla Collezione Reale di Windsor per autorizzare i quali c’è voluta la firma della Regina Elisabetta. Il disegno – spiega la Bambach, è il punto di partenza. E’ il filo conduttore che unifica la sua carriera: “Lo possiamo vedere pensare, avere una conversazione con il foglio. Inventare e divertirsi. E’ come guardare da dietro le spalle di un genio al lavoro”.

(di Alessandra Baldini/ANSA)