Trump a Seul invita la Corea del Nord a negoziare

Trump a Seul. "Pronti a uso forza". EPA/YONHAP / POOL SOUTH KOREA OUT
Trump a Seul. “Pronti a uso forza”. EPA/YONHAP / POOL SOUTH KOREA OUT

 

 

PECHINO. – Donald Trump ha sparigliato ancora e da Seul ha inviato un segnale conciliante alla Corea del Nord, a poche ore dai robusti avvertimenti lanciati dal Giappone: ha parlato di “buoni progressi” sul dossier, invitando Pyongyang “a tornare al tavolo” negoziale e a “fare un accordo”. “Credo veramente che avrebbe senso per la Corea del Nord venire al tavolo e fare un accordo che sia buono per la gente nordcoreana e per la gente del mondo intero”, ha affermato.

In Corea del Sud, seconda tappa della sua prima missione in Asia, il tycoon è riuscito a rassicurare l’alleato più stretto nell’area insieme a Tokyo, smorzando l’aspra retorica diventata una sorta di corpo a corpo di insulti con il leader Kim Jong-un.

In conferenza stampa alla Blue House col presidente Moon Jae-in, al termine del loro terzo summit, Trump ha spiegato di non avere desiderio di “usare la forza”, ma gli Usa “sono pronti a usare tutta la gamma del potenziale militare, se necessario”, perché quella nordcoreana è “una minaccia nucleare globale”.

Incalzato dalle domande e glissando sull’ipotesi di un canale diretto con il regime, Trump ha dato la sua versione dei “molti progressi. Credo che stiamo mostrando – ha notato – una grande forza e credo che loro capiscano che abbiamo una forza senza pari. Non c’è mai stata una forza come questa”.

Ha sollecitato “un’azione globale” chiedendo un maggiore sforzo internazionale, soprattutto di Cina e Russia, con un più stretto coordinamento e chiesto che tutte le nazioni implementino “le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”, oltre che “cessare del tutto commercio e affari con la Corea del Nord”.

Il tycoon ha assicurato di voler difendere Usa e alleati dalla minaccia di Pyongyang con tutti gli strumenti a disposizione, mettendo in chiaro ancora che Washington ha dalla sua un “ineguagliabile potenziale militare”.

Il faccia a faccia con Moon ha prodotto tre risultati: uno stretto coordinamento sulle vicende nordcoreane mantenendo un pressing continuo; un maxi ordine da miliardi di dollari di armi (“serviranno a ridurre il nostro deficit commerciale”, ha detto Trump) con l’ipotesi di cominciare a trattare la vendita a Seul di sottomarini a propulsione nucleare; la rinegoziazione del Korus, il free trade agreement operativo da marzo 2012, verso “un accordo libero, giusto e reciprocamente utile”.

La Corea del Sud, che nel 2016 ha avuto un surplus di 28 miliardi di dollari, è il settimo partner commerciale più grande degli Usa, mentre Washington è il secondo di Seul dopo la Cina. Domani, primo anniversario della vittoria alle presidenziali su Hillary Clinton, Trump terrà un intervento all’Assemblea nazionale, onore concesso a un presidente Usa per la prima volta in oltre 20 anni, e poi sarà in visita al Cimitero nazionale prima di partire per la Cina.

A Pechino, arriverà nel primo pomeriggio avendo con la first lady Melania l’immediato impegno alla Città Proibita dove saranno ricevuti dal presidente Xi Jinping e dalla consorte Peng Liyuan. Anche qui, nei colloqui di giovedì con Xi appena confermato segretario generale del Pcc, ci saranno in agenda Corea del Nord e disavanzo commerciale che “deve scendere”, ha ribadito lunedì da Tokyo. Per i media cinesi sarà l’occasione per “rafforzare la fiducia” reciproca tra leader e Paesi.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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