Renzi riprende il treno e tira dritto. Stallo e tensione nel Pd

Il segretario del Pd Matteo Renzi sul treno.. ANSA/GIAMPAOLO GRASSI
Il segretario del Pd Matteo Renzi sul treno.. ANSA/GIAMPAOLO GRASSI

CONEGLIANO (TREVISO). – Via dalla “politica politicante”, Matteo Renzi riprende da Friuli Venezia Giulia e Veneto il viaggio sul treno Pd. Ma dietro di sé lascia tra i Dem preoccupazione e tensioni. Perché una coalizione unitaria del centrosinistra appare sempre più una chimera. E se Matteo Orfini dice no a “coalizioni a ogni costo”, la minoranza guidata da Andrea Orlando chiede al contrario “ogni sforzo”.

Se i renziani non si spingono oltre la proposta di un’alleanza in cui ciascun partito corra con il suo leader (“Renzi per il Pd”), gli orlandiani chiedono di aprire “un tavolo per discutere un programma e una leadership unitaria”. E Gianni Cuperlo incontra Pietro Grasso, già leader in pectore della sinistra extra Pd.

All’indomani dell’intervista a DiMartedì, Renzi appare un po’ teso alla partenza da Roma per Trieste. Fa subito smentire chi gli attribuisce la volontà di una “svolta macroniana”: il 21 novembre vedrà Emmanuel Macron a Parigi ma, afferma, “per me c’è solo il Pd”.

Certo, ha ammesso martedì in tv, per il Pd ci sono “moltissimi voti” da recuperare e non è affatto scontato un suo ritorno a Palazzo Chigi, ma il leader Dem recupera il buonumore con i dati che segnano un “boom” di ascolti su La7 e, in serata, un sondaggio di Swg che dà il Pd in crescita dal 25,7% del 2 novembre al 26,3% di oggi.

“Sono stupito, dopo la sconfitta in Sicilia…”, commenta. E i suoi attribuiscono il calo stimato del M5s, al 25,4%, al forfait di Di Maio alla sfida tv (“Con lui sarebbe stato più facile che con i giornalisti”, scherza Renzi). Il problema è però che il centrodestra è stimato al 34% e invece la coalizione del Pd è tutta da costruire. L’area di governo (Pd, Ap, Sc) vale il 29,3%, mentre Cp, Radicali, Socialisti sono stimati al 3,8% e la sinistra (Mdp, SI, Prc) è al 6.

“Perché i radicali li mettono di là?”, si mostra stupito Renzi. Ma è proprio quell’area e il suo 3,8% potenziale, ad essere ‘conteso’ tra Pd e sinistra. Con una legge elettorale in cui anche l’1,1% in coalizione pesa, non è indifferente dove sta Bonino. Mdp, che ‘incorona’ Grasso e dialoga con M5s sulla mozione anti-Jobs act e il ballottaggio di Ostia, dai renziani viene data per persa (“Magari con Bersani parliamo, ma con D’Alema no…”).

Ma sul tavolo resta l’offerta, caduta nel vuoto, di correre da alleati ciascuno col suo leader: “Lo prevede la legge elettorale, non a caso”, dice Ettore Rosato. Dario Franceschini, autore del “lodo”, sarà sul treno Pd con Renzi. Mentre Michele Emiliano e Andrea Orlando, che in serata riunisce i suoi, chiedono al segretario di “fare ogni sforzo – spiega l’orlandiano Andrea Martella – per riannodare i fili, con atti concreti nei prossimi giorni per un programma e una leadership il più unitaria possibile”.

Cuperlo, che qualche collega considera in procinto di lasciare il Pd, in giornata vede Grasso: in direzione proporrà che un gruppo di dirigenti Dem tratti le alleanze. Ma Renzi chiarirà che deve partire subito la campagna elettorale. E a chi obietta che il Quirinale, se il governo lo chiederà, potrebbe decidere per il voto a maggio, replica tranchant: “A noi hanno detto altro…”.

“Per stendere Renzi bisogna sparagli”, è il titolo shock di Libero: una “battuta, non mi sento minacciato”, derubrica la vicenda il leader Dem. E negli incontri di giornata si mostra determinato: “Siamo gli unici credibili, mentre gli altri propongono flat tax e reddito di cittadinanza”, dice Renzi nelle tappe del suo viaggio in treno.

Il Pd, notano i suoi, cresce quando diminuisce l’astensione: portare a votare più gente possibile è lo sforzo che il segretario già da ora chiede ai dirigenti sul territorio. “Nessuno ci crede – sottolinea – ma il Nord Est è tornato ai livelli pre-crisi e crea lavoro, che è la nostra priorità assoluta: in qualche anno l’Italia crescerà più degli altri Paesi europei”.

(dell’inviata Serenella Mattera/ANSA)