Rigopiano, parenti: “Sempre spiegazioni di rito, è scaricabarile”

Soccorso alpino all'opera nell'Hotel Rigopiano. ANSA/ Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)
Soccorso alpino all’opera nell’Hotel Rigopiano. ANSA/ Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)

 

PESCARA. – “Ci sono state date spiegazioni di rito, da chiunque andiamo ci sentiamo dire che hanno la coscienza pulita, sembra quasi uno scaricabarile. Le domande che ci facciamo sono sempre le stesse. Di chi sono le responsabilità?”. Così, dopo l’incontro con il prefetto Provolo, riferisce Marco Foresta che nella tragedia dell’hotel Rigopiano ha perso i genitori e ha partecipato al sit-in davanti alla Prefettura di Pescara organizzato dal Comitato parenti vittime.

“Abbiamo chiesto spiegazioni sul funzionamento della macchina dei soccorsi dopo l’allarme – aggiunge – quando e come era partita, il prefetto ci ha detto quello che la Prefettura ha fatto in base alle carte”.

“Il prefetto ci ha detto – spiega Giampaolo Matrone, anche lui nella delegazione ricevuta dal prefetto – che i soccorsi sono partiti in tempo e che quando sono arrivati su hanno trovato un muro di neve. E ci ha chiesto: cosa potevamo fare di più? Noi abbiamo risposto che potevano venire a prenderci quella mattina, dalle 11 in poi, senza aspettare la valanga”.

E ancora: “Il prefetto ci ha detto che è arrivata intorno a mezzogiorno la prima e-mail in cui i dipendenti e noi clienti dicevamo di voler andare via perché avevamo paura. Ci ha detto che è stato fatto tutto il possibile”.

“Questa mattina il prefetto ci ha spiegato tecnicamente la catena dei soccorsi, come avviene e come si muove – dichiara Mario Tinari, papà di Jessica, una delle 29 vittime – Lui può intervenire dopo le segnalazioni perché è la massima autorità sul luogo. Noi diciamo che la strada doveva e poteva essere chiusa se non poteva essere pulita, e l’albergo evacuato con un’ordinanza. Ci sono tante cose da chiarire. Non vorremmo che alla fine la colpa sia stata di noi genitori che abbiamo mandato i nostri figli in albergo”.

Nicola Colangeli, padre di Marinella, urla la sua disperazione a proposito della mancata pulizia della strada: “La sera del 17 gennaio la strada era pulita a Rigopiano. Si sono però fermati, dovevano invece continuare a lavorare anche la notte. Perché non hanno continuato a pulire quella strada? Per 9 km di strada da pulire hanno fatto morire queste persone come topi”.

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