Cabello, piani dell’opposizione: ricominciare le proteste

Diosdado Cabello accusa l’Opposizione di volver rieditare “las guarimba
Diosdado Cabello accusa l’Opposizione di volver rieditare “las guarimba
Diosdado Cabello accusa l’Opposizione di volver rieditare “las guarimba
Diosdado Cabello accusa l’Opposizione di volver rieditare “las guarimba

CARACAS. – Il vicepresidente del Psuv e membro della Costituente, Diosdado Cabello, ha annunciato durante il suo programma televisivo il sequestro di un carico di materiale. Attrezzatura, a suo avviso, che sarebbe stata utilizzata per ricominciare le manifestazioni nel paese.

Il proprietario del carico sarebbe un certo Rafael Graterol, coordinatore dei servizi generali del municipio di El Hatillo, zona della capitale abitata da cittadini della classe “medio-alta” e bastione dell’opposizione.

Cabello ha mostrato foto del materiale confiscato dal Servizio Nazionale di Amministrazione Doganale e Tributaria (Seniat). E spiegato con cifre la quantità confiscata. Nel carico ci sarebbero 329 maschere antigas, due giubbotti antiproiettile, 42 fionde, 104 radio ricettori-trasmittenti, 100 trombe, 17 caschi di sicurezza, 67 paia di guanti protettivi, 5 scatole di medicamenti e 2 borse di biglie.

L’opposizione vuole riaccendere la protesta

Questa volta da Yaracuy e davanti ai seguitori del programma, Cabello ha inveito nuovamente contro l’opposizione.

“È finita la ‘guarimba?’” “È finita la cospirazione?”  No, sono gli stessi perciò ci deve essere giustizia. Questo carico lo consegnerò io stesso al Servizio di Intelligenza, Sebin, perché faccia giustizia, seguendo sempre la legge.  González López, copriti di gloria,” ha detto Cabello rivolgendosi al direttore del Sebin.

Cabello ha informato che sono tutti prodotti molto costosi e si è chiesto perché il comune di El Hatillo abbia voluto importarli.

Sia vera oppure una montatura, l’informazione divulgata da Cabello riporta ai mesi di proteste tra aprile e luglio. Dietro la convocazione del Mud, si sono verificate manifestazioni, alcune delle quali finite in duri scontri con i corpi di sicurezza. Le conseguenze delle manifestazioni sono ancora vive tra i cittadini.  La morte di più di un centinaio di persone, duemila feriti e cinquemila detenzioni non sono svanite dalla memoria collettiva.

E il materiale sequestrato, di cui l’importazione era stata proibita dal governo, sembra sia diretto non a generare violenza ma a difendersi da essa.