Berlusconi suona la carica a Fi: “Obiettivo è 30%”

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Silvio Berlusconi in una foto d'archivio.
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Silvio Berlusconi in una foto d’archivio.

ROMA. – Forza Italia punta al 30% alle prossime politiche. Parola di Silvio Berlusconi che, pochi giorni dopo la vittoria in Sicilia, suona la carica al suo partito inaugurando alzando i toni, quelli che caratterizzeranno la prossima campagna elettorale.

Dopo aver incontrato a pranzo i coordinatori regionali azzurri a Palazzo Grazioli, l’ex premier diffonde un breve comunicato in cui denuncia “il fallimento della sinistra e dei suoi governi” ma soprattutto attacca a testa bassa il movimento di Beppe Grillo, quello che a più riprese in passato ha definito il suo vero avversario nella sfida per la guida del Paese.

I grillini, affonda Berlusconi, sono “politici improvvisati che non hanno un programma serio, ma solo idee molto pericolose per il futuro dell’economia italiana”. “Non è possibile affidare il futuro del Paese – osserva – a un gruppo dirigente che non ha alcuna esperienza né in politica, né nella vita professionale”.

Secondo l’ex premier, quindi, “di fronte al fallimento della sinistra e dei suoi governi”, Forza Italia costituisce “a Palermo come a Roma, l’unica alternativa seria e credibile al voto di protesta, al pauperismo, al ribellismo e al giustizialismo”.

Ad attaccare la sinistra ci pensa Matteo Salvini. In occasione del ventottesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, il leader leghista su Facebook pubblica un post molto duro contro ‘i kompagni’, col cappa, un’espressione che ricorda quel ‘Kossiga’ con cui la sinistra extraparlamentare negli anni ’70 bollava il futuro Capo dello Stato.

“9 novembre 1989 – scrive Salvini – cade il muro di Berlino. Il prossimo muro cadrà in Italia. A casa i ‘kompagni’ di sventura!”. E allega una foto in cui compaiono Matteo Renzi, Pietro Grasso, Giorgio Napolitano e Laura Boldrini.

Intanto, mentre prosegue il lavoro comune sul programma di coalizione, comincia a emergere qualche primo e inevitabile dissapore sul nodo candidature. Il leghista Giancarlo Giorgetti, ai microfoni di ‘Un Giorno da Pecora’ pianta i primi paletti: 30-30 e 30 divisi tra Lega, Fi e Fdi non gli va bene. “Noi vogliamo di più, sul 40% dei candidati alla Lega potremmo anche già ragionare”.

(Di Marcello Campo/ANSA)